Descrizione
ISBN: 9788863574593
comunicare? comunicare? solo i vasi comunicano
Il motto di questo numero è di Jean Baudrillard; ci aiuta a ragionare su cosa sia e a cosa serva una rivista, che non si esaurisce certo in un “mezzo di comunicazione” e, d’altra parte, non è di per sé uno strumento di trasformazione della realtà. Può però essere uno strumento di organizzazione, se un’area di persone che fanno e che pensano si riconosce attorno ad essa.
Le aperture del numero 101 sono dedicate ad alcune questioni politiche che riteniamo rilevanti, sebbene poco note e discusse. A partire dal “portafoglio del cittadino virtuoso”, presentato dall’amministrazione comunale di Bologna, Mauro Boarelli si chiede che esiti possano avere per la nostra democrazia le iniziative che in Italia sembrano ispirarsi al “credito sociale” cinese; Alex Giuzio invece ci informa sulla imminente riforma delle concessioni demaniali sulle spiagge italiane, sugli indispensabili vincoli ambientali e sul rischio che questo importante patrimonio pubblico venga controllato dai grandi capitali. Livia Apa è stata per noi agli Ateliers de la pensée di Dakar e descrive i temi dibattuti da alcuni tra i più interessanti e impegnati intellettuali del continente africano. Giancarlo Consonni, riprendendo alcune indicazioni di Giorgio La Pira degli anni Cinquanta, ragiona della crisi delle città e della convivenza civile, dovuta in particolare alla centralità della rendita urbana e alla mobilità su gomma.
Dedichiamo un piccolo blocco di articoli ad alcune questioni ambientali aperte e gravi in varie regioni italiane. Giovanni Commare ci ha inviato una approfondita inchiesta sul distretto della concia della pelle a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, dove si intrecciano le questioni del lavoro, dell’inquinamento e delle infiltrazioni mafiose; a Termoli, l’annuncio della prossima costruzione di uno stabilimento per la produzione di batterie per i veicoli elettrici crea giustificate preoccupazioni per il lavoro e per l’ambiente, come racconta Stefania Fantauzzi a Mimmo Perrotta; Piergiorgio Barbetta ha chiesto ad Augusto De Sanctis di approfondire le questioni ambientali create da un metanodotto, un’autostrada, una linea ferroviaria in Abruzzo.
Per “Poco di buono”, ospitiamo due poesie e un racconto di Kate Clanchy, poetessa e scrittrice britannica, tradotte rispettivamente da Giorgia Sensi e da Pietro Deandrea con un gruppo di studenti. Damiano Grasselli ci propone una riflessione sul rapporto di Beppe Fenoglio con il teatro, a cento anni dalla nascita dello scrittore piemontese. Livia Apa e Marino Ruzzenenti hanno letto per noi, rispettivamente, l’inchiesta di Salvatore Porcaro su Castel Volturno e il nuovo saggio di Gianfranco Bettin sullo sconvolgimento climatico in corso.
In chiusura di numero, elenchiamo le persone e i gruppi a cui abbiamo attribuito il premio Gli Asini 2022, e facciamo precedere le motivazioni dei premi conferiti a Lecce lo scorso 18 giugno da un’intervista che Stefano Guerriero ha fatto a una delle premiate di quest’anno, Giorgia Grilli, autrice di un libro fondamentale sulla letteratura per l’infanzia.
Le illustrazioni e la copertina di questo numero sono di Riccardo Ricci
Le foto sono di Guido Gazzilli e fanno parte del progetto Memorie dal Carcere. Memorie dal Carcere nasce nel 2015 ed è un progetto a lungo termine all’interno di alcune carceri italiane in cui i detenuti, attraverso la fotografia e il suo linguaggio, costruiscono un percorso terapeutico di immagini e parole. È un laboratorio dove la fotografia viene utilizzata come mezzo per elaborare riflessioni sul proprio percorso di vita. Memorie dal Carcere nasce dall’esigenza di raccontare con uno sguardo nuovo la vita all’interno delle carceri: uno sguardo che sospenda il giudizio e che si concentri sulle persone in quanto individui, con il loro bagaglio di errori e cadute. Lo spirito di fondo del lavoro è quello di raccontare questo vissuto senza filtri, cercando di preservare un’umanità che a volte sembra perduta in un luogo dove spesso il riscatto sembra impossibile.