Descrizione
non posso continuare, continuerò
“Continuare”, di questi tempi e in questo paese, e nel nostro mondo di “cretini intelligenti” e di buonisti ipocriti, è davvero dura, ed è sempre di più una sfida. Lo abbiamo imparato anche da Samuel Beckett, cui abbiamo rubato per la nostra copertina le parole, spesso citate a sproposito, che concludono la Trilogia (Molloy, Malone muore, L’innominabile): “Bisogna continuare, non posso continuare, e io continuerò”. Un giovane operatore determinato, Savino Reggente, ci parla della fine dell’accoglienza, in anni che resteranno a lungo nella memoria come “gli anni di Salvini”; una giovane urbanista napoletana, Anna Fava, dei problemi delle città a seguito della furia del turismo; Luigi Monti ha intervistato Ahmed Konatè, un giovane africano tra i fondatori a Modena dell’associazione “Diaspora africana” (e noi siamo ben decisi a sostenere le nuove forme di organizzazione che i giovani immigrati riescono a darsi, in una società che sa sfruttarli ma non amarli). Dario Guarascio, economista e attivista, parla, ed è un tema fondamentale, delle nuove forme di organizzazione del capitale, di sfruttamento dei giovani da parte dei capitalisti. Per le nostre “scoperte dell’Italia” due giovani del Comelico, una parte d’Italia che la stampa non sembra conoscere, Lucio Eicher Clere e Samuele De Bettin, intervistati da Nicola De Cilia, parlano delle loro iniziative culturali, mentre dall’Abruzzo, da Sulmona, Savino Monterisi ricostruisce la storia di dure e importanti lotte ambientali. Dal mondo, Lucia Capuzzi traccia un breve quadro della situazione venezuelana in attesa di informarcene più a lungo, Livia Apa presenta l’opera di uno dei più vivaci rappresentanti del risveglio intellettuale e politico africano di questi anni, il camerunese Achille Mbembe. E siamo infine orgogliosi di poter offrire ai lettori italiani un decisivo manifesto del nuovo femminismo, che tiene conto delle trasformazioni della odierna società capitalista, steso da tre attiviste e studiose tra GB e Usa: Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser. Merita che molte e molti lo conoscano e ci ragionino. Nell’avvicinarsi delle elezioni europee ci è sembrato infine opportuno riproporre, già uscito tempo addietro sullo “Straniero”, un decisivo saggio sui “paradossi della crisi europea” del nostro amico Enzo Traverso. Dal campo dell’educazione e dell’intervento sociale, Franco Lorenzoni, di cui Sellerio ha appena pubblicato il bellissimo racconto del suo lavoro di maestro, lamenta la scomparsa dell’educazione civica dalla scuola (e dalla società). Grazie ai nostri collaboratori più esperti, ecco un denso dossier sulla salute e la sicurezza dei lavoratori con i saggi di Laurent Vogel da Bruxelles e dei nostri Enzo Ferrara e Franco Carnevale: quanti ancora si ammalano e quanti ancora muoiono di lavoro, sul lavoro? Allontanandoci nel tempo e nello spazio, un poeta ben noto, Annelisa Alleva, ci ha fatto dono delle sue traduzioni dell’immenso Aleksandr Puškin, da un volume bilingue uscito di recente a Mosca. E poiché noi consideriamo Houellebecq uno dei pochi grandi scrittori dotati oggi di una dote indispensabile quale è l’immaginazione sociologica, abbiamo chiesto a tre dei nostri più agguerriti redattori di leggere Serotonina, Marco Gatto, Piergiorgio Giacchè e Nicola Lagioia. Un buon romanzo italiano recente è La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini, affrontato da Sara Honegger. Un brutto ed equivoco film messicano recente, Roma di Cuaron molto amato da cineasti e spettatori piuttosto ipocriti , è recensito da un giovane e acuto critico di Los Angeles, Scout Tafoya. Siamo infine felici di presentare il “racconto” che ha scritto per noi Daniele Villa, uno dei tre autori-attori-registi di Overload, uno spettacolo tra i più acuti e scattanti recenti che ha vinto meritoriamente vinto quest’anno il premio Ubu, il più importante di tutti. E siamo contenti di festeggiare grazie a Saverio Esposito, Maurizio Ginocchi e Paola Splendore la scoperta di un soggetto cinematografico scritto tanti anni fa da uno scrittore che molto amiamo, James Agee, per il più grande degli artisti del cinema, Charles Chaplin, e su sua richiesta. Cosa succede a Charlot, sopravvissuto con pochi altri a New York alla guerra atomica? Che “nuovo mondo” ci annunciano le sue nuove disavventure? Le immagini di questo numero sono di Stefano Ricci, uno dei nostri illustratori più amati.