Descrizione
Molti leggono per non dover pensare
Apriamo questo numero con la lettera che GIOVANNI ZOPPOLI, da Scampia e dal Centro Territoriale Mammut, ha rivolto alla città di Napoli, per riportare l’attenzione sul quadro ancora per molti aspetti disastroso in cui si trova il quartiere.
Nelle scorse settimane, il mondo della scuola è stato attraversato da proteste imponenti in seguito alla morte dello
studente diciottenne Lorenzo Parelli, durante un tirocinio, il 21 gennaio in provincia di Udine. Questo tragico evento ha
reso evidente la necessità di interrogarsi attorno ai nessi tra scuola e lavoro, educazione e formazione professionale, una questione che la nostra rivista ha a cuore, su cui torneremo e su cui in questo numero proponiamo tre contributi. La
redazione di RISCATTO PISA ci ha inviato un reportage dal liceo Buonarroti, una tra le decine di scuole superiori occupate in tutta Italia; FULVIA ANTONELLI prova a mettere ordine in un campo complicato – scuole professionali, enti di formazione professionale, enti statali e regionali (con differenze tra le regioni a volte molto marcate) – e riflette sulla rilevanza della classe sociale da cui uno studente proviene e che ha formato il suo approccio alla scuola e al lavoro; FRANCESCA LUPI riflette su anni di esperienza in relazione al passaggio tra le scuole medie e le scuole superiori. Di poesia in una scuola di montagna, in provincia di Rieti, ci parla invece DESIRÉE MASSARONI.
I successivi tre articoli ci riportano al degrado delle nostre istituzioni e all’inadeguatezza della nostra classe dirigente,
in un momento in cui crisi sanitaria e crisi ecologica rendono urgenti trasformazioni radicali. Paolo Carsetti ci informa sul rilancio dei processi di privatizzazione da parte del governo Draghi, in particolare in relazione all’acqua e ai servizi pubblici locali, ispirati all’ideologia della supremazia del mercato; ALESSANDRO RUNCI di Re:Common mostra come l’Eni, al di là dei tentativi di mostrarsi “green”, continui a puntare decisamente sui combustibili fossili e su progetti controversi come la “cattura e stoccaggio della CO2”, mentre ANTONIO MAZZEO elenca sdegnato i progetti “bellici” in cui sono impegnate molte università italiane, in collaborazione con le forze armate e aziende produttrici di armamenti.
Di immigrazione ci parlano AGNESE COSSU, con un reportage dal CPR (Centro di permanenza per i rimpatri) di Macomer in Sardegna, e ROSA ESPOSITO, che riflette sulle contraddizioni del volontariato nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri; riprendiamo poi un frammento dell’autobiografia di JAN GORCZYCA, presentato da CHRISTIAN RAIMO.
In “Poco di buono”, LORENZO VELOTTI ha letto per noi L’alba di tutto, il libro postumo di David Graeber, scritto assieme all’archeologo David Wengrow, volume ambizioso che si interroga sulle origini storiche delle disuguaglianze sociali.
MARIA RITA MASCI ci segnala la traduzione italiana di un classico della letteratura cinese, mentre GIOVANNI PILLONCA torna sull’occupazione dei territori palestinesi, attraverso un documentario che riporta le raccapriccianti testimonianze di alcuni soldati israeliani. RODOLFO SACCHETTINI prova a comprendere che volto avrà il teatro italiano dopo la pausa forzata dovuta alla crisi sanitaria, raccontandoci alcuni tra i pochi lavori interessanti degli scorsi mesi; segue LUDOVICO CANTISANI, che ha visto per noi Ottantanove, spettacolo originale e lucido sul rapporto tra teatro e rivoluzione. PIETRO SAVASTIO e MIRELLA ARMIERO tornano su Fabrizia Ramondino, in occasione della ripubblicazione di alcuni suoi libri, tra cui Guerra di infanzia e di Spagna.
Chiudiamo il numero con un omaggio a PIER PAOLO PASOLINI, in occasione del centenario della sua nascita: ripubblichiamo il soggetto originale de La ricotta, del 1964.
La copertina e i disegni di questo numero sono di MIGUEL ANGEL VALDIVIA
Le foto di SALVATORE ESPOSITO