Descrizione
viva Krajewski, abbasso Salvini
Rinunciamo, per una volta, alle nostre sagge citazioni d’apertura per uno slogan che, ci fosse ancora una gioventù di sinistra, una gioventù non narcisista, non ignava, non schiava, avremmo potuto veder scritto sui muri delle nostre città. Introducono a questo numero le considerazioni di Gianfranco Bettin e Oreste Pivetta sul momento presente (e sui suoi disgustosi eroi), di Piergiorgio Giacché sulle esemplari elezioni umbre, in una regione che si diceva rossa, alle quali abbiamo voluto far seguire alcune crudeli e sacrosante quartine sul Pd e il suo disastro di Patrizia Valduga, qui poeta esemplarmente civile. Un altro amico prezioso, monsignor Raffaele Nogaro, invoca una risposta della Chiesa alla insensata crudeltà dei nostri governanti, e Iacopo Scaramuzzi ci dice chi è monsignor Krajewski e le reazioni della Chiesa al suo gesto. Non solo di Italia parla Alex Giuzio da attento ecologista mentre Francesco Martone racconta i nuovi movimenti, che vanno crescendo e forse imponendosi intorno al simbolo-Greta. Dall’estero, ci si aggiorna sulla Libia (Luca Raineri), l’Algeria (Nedjib Sidi Moussa), l’Ucraina (Fulvio Scaglione), i “figli del Daesh” (Domenico Chirico). Mentre l’ottima giornalista gallese Carole Cadwalladr ci spiega come e perché Facebook, così idolatrata dai più, ha ormai distrutto la democrazia. Trattando di “educazione e intervento sociale” in modo laico e profondo e non-accettante Valentina Calderone, nuova firma eccellente della nostra compagine, ci spiega a cosa porta la “cultura della sicurezza”, mentre Antonella Soldo ragiona sulle ipocrisie e assurdità degli integralisti cattolici sulla famiglia, Franco Lorenzoni parte da un caso recente per dire le nostre paure sul futuro della scuola e Paola Pasqualino, un’insegnante protagonista in Trentino di un episodio significativo, lo commenta con Valerio Rigo e Gabriele Vitello. In “Poco di buono” omaggiamo (Alessandro Triulzi) il maggior scrittore africano del Novecento, Chinua Achebe, di cui cui La nave di Teseo ha riproposto la grande trilogia e di cui Paola Splendore ha tradotto per noi molte e insolite poesie, presentate dallo stesso Autore. Goffredo Fofi ha incontrato Massimo Popolizio, regista e attore dello spettacolo teatrale forse più bello di questa stagione, l’ancora istruttivo Un nemico del popolo di Henrik Ibsen. Marcello Benfante racconta l’amicizia tra due grandi scrittori siciliani, Leonardo Sciascia e Vincenzo Consolo; Paolo Bertinetti introduce a Graham Greene (riproposto da Sellerio), di cui è il maggior studioso italiano, come geniale narratore della storia politica e sociale del Novecento; Chiara Valerio celebra la grande scrittrice catalana Mercé Rodoreda; Nicola Villa segnala un romanzo di esemplare antropologia nazionale di Francesco Pecoraro; Paolo Mereghetti elenvca quali i film più nuovi e notevoli dell’ultimo festival di Cannes, di cui Emiliano Morreale recensisce quelli di due grandi vecchi, Almodovar e Bellocchio. Il tutto è commentato dai bellissimi Pinocchio disegnati da Bustric, il nostro “mago” prediletto. Ce n’è di cose da leggere e, cari e rari lettori, dovreste capirlo, che non è facile mantenere questo livello e questa tensione in questo paese e in questi anni, e con i sapientini e i sapientoni che passano il tempo ad appendersi palloncini colorati intorno al capo.