Descrizione
Le rovine non sono il passato, sono il futuro
Il motto di questo numero è una frase del fotografo ceco Josef Koudelka, che in Caos, uno dei suoi più importanti lavori, ha fotografato i disastri della civilizzazione mettendo in evidenza la degradazione definitiva o ancora in corso di un insediamento industriale, di un pezzo di strada, di un muro crollato o che sta crollando. A tutte queste devastazioni il rigore compositivo di Kudelka prova a dare un ordine, un’armonia, un equilibrio affinché il futuro non sia solo rovine.
Guardando a quello che succede “In casa”, approfondiamo anzitutto le questioni sollevate dal “Ddl Zan”: FULVIA ANTONELLI e SAVINO REGGENTE hanno incontrato PORPORA MARCASCIANO, presidentessa del Movimento Identità Trans, per raccogliere le sue valutazioni sulla proposta di legge, mentre SERGIO LO GIUDICE ne racconta la lunghissima genesi e IACOPO SCARAMUZZI prova a capire le motivazioni per cui il Vaticano è intervenuto in maniera scomposta per chiederne la modifica. Parliamo poi di industria e lavoro: MASSIMO RUGGIERI ci aggiorna sulle recenti sentenze relative alle acciaierie di Taranto, VALERIA PIRO analizza le trasformazioni dei mondi del lavoro nei mesi della crisi sanitaria e ci aiuta a comprendere il contesto in cui è avvenuta l’uccisione dell’attivista sindacale Adil Belkhadim, il 18 giugno scorso, durante un picchetto in provincia di Novara.
La sezione “Pianeta” è interamente dedicata a un corposo dossier sulla Cina, sul modello di società che lì si è consolidato e sui conflitti che a esso si accompagnano, curato GIOGO e IVAN FRANCESCHINI. Per quanto riguarda le questioni interne alla Cina, Ivan Franceschini ci aggiorna sugli esiti e sulle trasformazioni di un decennio di forti conflitti nei luoghi di lavoro, i cui spazi però si sono fortemente ridotti; DIEGO GULLOTTA e LIN LILI hanno visto per noi a Shanghai uno spettacolo del teatro sociale Caotaiban, che ha aperto una discussione sulla crisi sanitaria e sulla situazione sociale cinese; ancora Lin Lili (tradotta da GioGo) descrive la condizione femminile e l’acuirsi della violenza sulle donne negli ultimi due anni. Sul nostro sito pubblichiamo la drammatica testimonianza della detenzione di LI QUIAOCHU (traduzione di Francesca Maremonti), attivista per i diritti civili più volte arrestata per “istigazione alla sovversione”. Dal punto di vista internazionale, CHISTIAN STORACE (tradotto da Ivan Franceschini) mostra come la “politica della gratitudine” accomuni le due superpotenze globali, Cina e Stati Uniti, e nasconda la crisi di legittimazione di entrambi i sistemi politici, mentre HONG ZHANG (tradotto ancora da GioGo) valuta lo stato di realizzazione del progetto – economico, politico, infrastrutturale – della Via della Seta e SIMONE DOSSI descrive il conflitto latente tra Stati Uniti e Cina per il controllo strategico del Mar Cinese Meridionale, mentre l’Europa sta a guardare. DARREN BYLER (traduzione di GioGo) e SHUI-YIN SHARON YAM (traduzione di Mimmo Perrotta) ripercorrono le vicende della pesantissima repressione operata dal governo cinese rispettivamente nella regione dello Xinjiang e a Hong Kong. Il dossier include due testi poetici, entrambi tradotti da GioGo: ZHANG WENFANG ci riporta nel drammatico periodo dell’esplosione del Covid-19, mentre un anonimo fattorino descrive le condizioni di lavoro dei rider nelle città cinesi (solo online). Sempre sul nostro sito pubblichiamo infine un importante saggio di AIHWA ONG (tradotto da Diego Gullotta) sulle trasformazioni della cittadinanza nella Cina contemporanea.
Per “Educazione e intervento sociale”, pubblichiamo due riflessioni collettive, lucide e arrabbiate, che arrivano da Pisa: del LABORATORIO FORMAZIONE DI PISA proponiamo un documento che analizza la “violenza formativa”, all’università e non solo, e invita a praticare esperienze di formazione autonoma; e pubblichiamo il discorso pronunciato da tre STUDENTESSE DELLA NORMALE alla consegna dei diplomi, che contiene una importante riflessione critica sulla retorica dell’eccellenza e della meritocrazia dentro l’università. MARTINA CVAJNER ci porta nel mondo delle collaboratrici domestiche (le cosiddette “badanti”) migranti, da oltre vent’anni presenza fondamentale in moltissime case italiane. LUIGI MONTI guarda con disincanto alla trasformazione di istituzioni pubbliche e servizi sociali in “tecnoburocrazie” escludenti e si chiede se sia meglio starne dentro o fuori.
Apriamo “Poco di buono” con le poesie dell’infermiera e psicoterapeuta filippino-britannica ROMALYN ANTE, tradotte e presentate da PAOLA SPLENDORE. MARIA ATTANASIO ripercorre la storia di Enzo e Lorenzo Mancuso, in occasione dell’uscita del loro ultimo album, Manzamà, mentre MICHELE CONTI e TOMI MELLINA BARES hanno incontrato HLEB PAPOU per parlare del suo lungometraggio, Il legionario. Seguono le recensioni di tre libri: GIORGIO LAURENTI ha letto l’elogio del correre di Mauro Covacich, AGNESE COSSU il bel romanzo di un nuovo scrittore russo, Aleksej Ivanov, NICOLA VILLA un saggio impossibile su ideologia e petrolio del filosofo iraniano Reza Negarestani. Chiudiamo con quattro ritratti di poeti regalatici da PAOLO LANARO.
Le fotografie che aprono e chiudono questo numero sono di DANIELE DAINELLI.
Le illustrazioni di questo numero sono di FABIAN NEGRIN.