Descrizione
Aspettando la fine?
Mentre l’attenzione pubblica è tutta incentrata sulla ripartenza, la ripresa, il recupero, la speranza che tutto ritorni “come prima”, bisogna lucidamente comprendere che invece “nulla sarà come prima”. I conflitti di potere economici e geopolitici non si sono mai fermati, hanno semmai caratteristiche nuove, ma sempre a discapito di chi ha meno. Dall’altra parte, ci sono visioni catastrofiste, da “Aspettando la fine”, l’apocalisse, come scriveva lo scrittore e critico letterario statunitense, Leslie Fiedler. Non aspettare la fine, né accettare il presente, è il nostro compito.
In questo numero presentiamo un dossier “Contro il turismo”, in cui ragioniamo sulle contraddizioni – ambientali, economiche, sociali, culturali – che il turismo porta con sé. Sarah Gainsforth ci spiega perché l’idea di uno sviluppo basato sul turismo è un’illusione, mentre Francesco Iannuzzi ci ricorda che il lavoro in questo settore è per lo più malpagato e precario. Alex Giuzio e Nicola De Cilia descrivono l’impatto negativo e talvolta devastante che il turismo di massa ha, rispettivamente, nelle località di mare e in quelle di montagna e, ancora, Marcello Anselmo racconta le trasformazioni sociali dovute alla “turistificazione” di Napoli ed Enrico Maria Salerno, intervistato da Alex Giuzio, descrive la lenta morte di Venezia. Il dossier è accompagnato – in apertura e chiusura di numero – dalle fotografie di Gianni Berengo Gardin, tratte dal libro Venezia e le grandi navi, pubblicato nel 2015 da Contrasto, che ringraziamo per questo importante dono.
Per “In casa”, pubblichiamo due contributi sollecitati da alcune recenti drammatiche morti sul lavoro in Italia: Giovanni Commare ripercorre la storia e il presente del distretto del tessile e abbigliamento di Prato, mentre Stefano Scacchi è colpito dal disinteresse della base del Pd – e non solo dei suoi dirigenti – nei confronti delle morti sul lavoro e, in generale, nei confronti degli operai.
Dedichiamo buona parte della sezione “Pianeta” alla questione palestinese, riemersa in maniera drammatica in maggio. Aurora Caredda e Giovanni Pillonca guardano alle trasformazioni preoccupanti dello stato di Israele – l’estremismo fascista e razzista anche ai più alti livelli politici – ricordando le molte riflessioni e previsioni sulle conseguenze che l’occupazione dei territori palestinesi avrebbe avuto sugli occupanti. Giovanni Pillonca ha poi tradotto per noi gli interventi di Peter Beinart, sul diritto dei profughi palestinesi a tornare nei luoghi da cui sono stati espulsi a partire dal 1948, e di Nimer Sultany, che argomenta che la coesistenza pacifica tra ebrei e palestinesi all’interno di Israele non è mai esistita, perché il sistema politico e giuridico di quello Stato è fondamentalmente ineguale. Infine, proponiamo le riflessioni di Daila Ismail e Laila Sit Aboha, sollecitate da Maria Nadotti, sull’esperienza dei e delle Giovani Palestinesi d’Italia, che in maggio hanno manifestato a Milano e in altre città in solidarietà con la popolazione palestinese. La sezione Pianeta ospita anche una analisi di Gaia Cellante sulle prospettive dei Verdi tedeschi per le elezioni politiche del prossimo settembre.
Per “Educazione e intervento sociale”, Antonio Vigilante riprende una questione per noi Asini necessaria, ovvero se la scuola statale italiana sia davvero una scuola pubblica, mentre Antonio Cassini ci racconta l’iconico e incompiuto manga Berserk, di Kentarō Miura.
In “Poco di buono”, ricordiamo il poeta milanese Giancarlo Majorino, con una sua poesia e un brano apparsi su “Linea d’Ombra” negli anni sessanta, e Franco Battiato, la cui multiforme carriera è ripercorsa da Simone Caputo. Emilio Varrà racconta il suo incontro con Hanieh Ghashghaei e Majid Bita, le cui illustrazioni presentiamo su questo numero degli Asini.
Chiudiamo con Pablo Neruda, con un suo racconto dei profughi spagnoli del 1939, dopo la guerra civile, e di come furono accolti in Cile. Il racconto è tradotto da Ilide Carmignani e da un gruppo di sue studentesse e studenti.
Le fotografie che aprono e chiudono questo numero sono di Gianni Berengo Gardin.
Le illustrazioni di questo numero sono di Hanieh Ghashghaei e Majid Bita.