Descrizione
ISBN: 9788863574692
la sua coscienza era pulita; infatti non la usava mai
Il motto di questo numero lo dobbiamo al poeta polacco di famiglia ebraica Lec Stanislaw Jerzy e lo usiamo per riferirci ai molti che in queste settimane non stanno usando la propria coscienza. Alle frontiere marittime e terrestri dell’Unione Europea i migranti continuano a morire e a essere uccisi, ci ricorda Sandro Triulzi, mentre Murat Cinar ci spiega le strategie di Erdogan e del governo turco nei confronti della Nato (e dell’ingresso di Svezia e Finlandia nell’organizzazione), a spese delle forze rivoluzionarie in Rojava, e Fabrizio Tonello analizza le falle del sistema elettorale statunitense.
Il 5 luglio scorso è scomparsa la fotografa Lisetta Carmi: la ricorda su queste pagine Lina Pallotta, in una conversazione con Simone Cangelosi. Lisetta Carmi è l’autrice delle fotografie che aprono e chiudono questo numero della rivista, presentate da Giovanni Battista Martini, che ringraziamo. In luglio è morto anche Eugenio Scalfari e Goffredo Fofi ne ripercorre con rigore e severità la vicenda e il ruolo nella cultura e nella politica italiane degli ultimi decenni.
In questo numero doppio estivo parliamo di scuola e carcere.
Piergiorgio Giacchè riflette sul rischio che la beatificazione di figure importanti del passato recente della nostra scuola, come Mario Lodi, renda più difficile la critica e la necessaria rifondazione della scuola del presente. Necessaria, perché la scuola è in troppi casi un luogo di violenza e ingiustizia, ci dice Francesca Lupi al termine del suo racconto di un giugno di scrutini, bocciature e promozioni. Antonio Vigilante ragiona su scuola, capitalismo, rivoluzione a partire dalla lettura critica di un saggio di Christian Laval e Francis Vergne. Per capire i giovani e giovanissimi è utile comprendere i videogiochi e i meccanismi con cui questi spingono a giocare e spendere, in modi simili al gioco d’azzardo e che rischiano di creare dipendenza, ci spiega Davide Giovanzana.
Di come si vive in carcere ci racconta il libro Tre metri quadri di Alessandro Capriccioli, letto per noi da Domenico Chirico, e di come si muore in carcere ci spiega Giulia Bondi, nella sua ricostruzione della rivolta nel carcere di Modena del marzo 2020. Di come si possa fare intervento sociale e intervento culturale in carcere ci dicono invece i due contributi successivi: quello di Paola Cigarini e Piergiorgio Vincenzi del Gruppo Carcere-Città di Modena, incontrati dalla redazione di Touki Bouki, una nuova rivista realizzata da alcuni amici asini di Nonantola, che salutiamo e ringraziamo, e quello di Claudio Gatti sul carcere di Rebibbia.
Torniamo a parlare di Israele e Palestina grazie a un dossier curato da Aurora Caredda e Giovanni Pillonca, che hanno letto, visto e tradotto per noi molti lavori utili. Dapprima, Pillonca ci informa sul rapporto di Amnesty International che afferma che Israele sia un regime di apartheid, supportando questa tesi con molte prove. Lo storico Lorenzo Veracini, intervistato da Abe Silverstein, definisce invece Israele una forma di “colonialismo di insediamento”; Aurora Caredda ci riferisce del libro collettaneo The Holocaust and the Nakba, che descrive la logica oppositiva delle due narrazioni e cerca di comprenderne il rapporto profondo, e ancora Aurora Caredda ha tradotto un brano del romanzo My name is Adam dello scrittore libanese Elias Khuri. Caredda e Pillonca ci presentano anche il documentario Tantura, del regista Alon Schwartz, che ricostruisce uno degli episodi più sanguinosi – e dimenticati – della Nakba, e ancora Giovanni Pillonca traduce la vivace discussione di Mahmoud Darwish con la poetessa israeliana Helit Yeshurun sull’esperienza dell’esilio. In chiusura del dossier, vogliamo ricordare lo scrittore Abraham Yeoshua, scomparso il 14 giugno 2022. Lo facciamo con le parole scritte da Gideon Levy su “Haaretz” e riprendendo un articolo in cui Yeoshua ripensava criticamente alla questione dei “due stati”.
In chiusura di numero, per “Poco di buono”, Giancarlo Gaeta ha letto il caleidoscopico e disincantato Diario del Novecento di Piergiorgio Bellocchio e Jacopo Abballe ha visitato a Roma la complessa mostra “Il video rende felici”, mentre Michelangelo Frammartino ha raccontato il proprio lavoro documentaristico e il proprio rapporto con la Calabria e i documentari di De Seta a Ludovico Cantisani.
In copertina: La congrega di Francisco Goya, autore anche delle incisioni che illustrano gli interni di questo numero.