Descrizione
aria, aria / a questa prigione infetta
I versi che aprono il numero sono di Elsa Morante, dalla Canzone degli Infelici Molti e dei Felici Pochi, un appello ai figli di maggioranze che sono oggi perfino più nefaste di ieri. E infatti “Gli asini” chiamano in causa Salvini loro profeta, per la penna di Rinaldo Gianola e a proposito di un Decreto Sicurezza a cui in pochi si ribellano, come dicono Mimmo Perrotta e Savino Reggente, ma anche Vittorio Cogliati Dezza, già presidente di Legambiente, e Federica Graziani, che affronta il cosiddetto DASPO urbano e le sue assurdità. Si parla di comuni e di sindaci, delle loro incapacità cinquestellate a Roma Franco Berdini, solido urbanista, e Simone Sapienza, segretario del Partito Radicale nella capitale. Continuando nelle interviste ai sindaci migliori, e con l’occasione della loro rivolta alla politica razzista e sovranista dei nostri odiosi governanti, ecco Leoluca Orlando, interrogato a Palermo da Andrea Inzerillo, e Alessandra Buzzo, interrogata a Santo Stefano di Cadore da Nicola De Cilia. Dalla provincia aversana, Nicola Alfiero racconta, a 25 anni dalla morte per mano camorrista di don Peppino Diana, cosa è cambiato in quella parte d’Italia, e da Napoli Andrea Bottalico presenta una rivista ideata da degni giovani napoletani, “Lo stato della città”. Per la sezione “Pianeta”, intervengono dai due lati delle Alpi sulla risposta dei “gilet gialli” francesi alla politica di Macron – un avvenimento importante e ammirevole, anche guardando alla miseria politica, nonché civile e morale, dei nostri proletari e di quel che resta delle loro organizzazioni – Francesco Ciafaloni, Piergiorgio Giacchè, Vittorio E. Parsi studioso di relazioni internazionali e Michelle Zancarini-Fournel storica, mentre Oreste Pivetta apre il fuoco sulle future elezioni europee e Lucia Capuzzi ci dice della militarizzazione del Brasile dopo le ultime elezioni, con la malaugurata vittoria della destra. Su temi pedagogici, più vicini e gratificanti, Goffredo Fofi tesse le lodi del bel film anarchico di Kore’eda Un affare di famiglia, Sara Honegger legge gli scritti di Ada Gobetti tratti dal suo “Giornale dei genitori” dei lontani anni sessanta, Lisa Cozzolino racconta episodi di scuola in Palestina ed Erminio Ferrari riflette sulla strisciante presenza del fascismo nella nostra società. Per “Poco di buono” Paola Splendore ha tradotto delle bellissime poesie di Denise Levertov, mentre ricordiamo Amos Oz con il bell’elogio che ne tracciò Gianni Turchetta all’università di Milano e celebriamo la pubblicazione dei racconti di Grace Paley da Sur con le parole di Paolo Cognetti, che, come noi, li ha molto amati. Parla della letteratura italiana di oggi il critico che meglio la conosce, Gianluigi Simonetti interrogato da Stefano Guerriero e Nicola Villa; Rodolfo Sacchettini presenta infine un giovane gruppo teatrale bolognese, i Kepler-452. Le “Storie” di questo numero riguardano: il Sulcis e la sua crisi (Michela Caledda, che ci aiuterà a capir meglio la Sardegna), la periferia romana e i suoi abitanti (Nicola Ruganti) e la nostra ex-colonia africana l’Eritrea (Davide Minotti). E si finisce in grande bellezza ricordando Osvaldo Licini, il grande pittore astrattista che la Guggenheim di Venezia ha omaggiato con una stupenda mostra, con un ricordo di Modigliani scritto da Licini, che ne fu amico. Illustriamo questo numero con alcune opere di Licini dal bellissimo catalogo Marsilio e con molte immagini di un amico assai bravo, Guido Pigni.