Descrizione
In questo numero della rivista condensiamo i tanti incontri e le tante discussioni di cui gli Asini si sono nutriti negli ultimi mesi. Cominciamo da un piccolo dossier – ispirato dalla ripubblicazione del libro Dacci questo veleno di Antonio Faeti, riletto per noi da Sara Honegger – che abbiamo intitolato “Costruzioni e racconti del femminile”, pur sapendo che il termine “femminile” per molti versi è impreciso e suscita preconcetti, ma convinte che sia un luogo di elaborazione esperienza immaginazione potente e necessario. In questo senso Fulvia Antonelli riflette dal punto di vista educativo e politico sulla “scuola di donne” in cui opera e Francesca Lupi scrive sul suo sentire le relazioni tra i corpi femminili nella scuola media; riproponiamo inoltre un racconto di Noëlle De Smet su una scuola professionale femminile a Bruxelles. Ci occupiamo poi di lavoro o, meglio, di lavoratrici e lavoratori, con un’attenzione particolare alle condizioni di lavoro precario, alle strategie delle grandi imprese (da Amazon a Fincantieri) che continuano ad agire per rendere il lavoro più debole e vulnerabile e ai modi con cui operai/e, facchini, braccianti, sex workers o educatrici cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Scrivono per noi lavoratrici e lavoratori, attiviste, ricercatori e sindacalisti: sul rapporto tra condizioni di lavoro e “comunità” (Al Amin Rabby sulla Fincantieri a Marghera e Monfalcone, Ilaria Paradiso e il collettivo delle Educatrici arrabbiate sul lavoro di welfare a Bologna), sui tentativi dal basso di influenzare i processi produttivi per guadagnare salario e diritti (Antonella Angelini sulla Coalition of Immokalee Workers e Fulvia Antonelli e Delia Da Mosto sulle sex workers), sulle strategie di fuga e di contrasto – a volte individuali, a volte collettive – allo sfruttamento (Gianluca de Angelis sulle dimissioni dai lavori di cura e Mostafa Henaway su forme di organizzazione dei lavoratori in Amazon). Devi Sacchetto, intervistato da Bruno Montesano e Luca Villaggi, insegna come studiare – con lucidità e passione – chi lavora per un salario, come individui in carne ed ossa, ma anche come un soggetto collettivo, sebbene oggi più frammentato che in passato.E ancora, continuiamo la nostra indagine sulle questioni sollevate dall’intelligenza artificiale, cominciate nel numero 108, occupandoci anzitutto degli errori dell’IA, o meglio, della riproduzione, da parte dell’IA, di pregiudizi sociali di cui la rete è piena, che corrispondono a precise visioni del mondo e che l’IA contribuisce a rinforzare. Carlo Milani si chiede come la “pedagogia hacker” possa contrastare questa evoluzione così pericolosa; Paolo Landri ci informa sul Piano Scuola 4.0, la cui elaborazione è stata sottratta al dibattito pubblico, mentre Valeria Pinto ci aiuta a comprenderne i presupposti ideologici, tornando a leggere il dibattito che fu all’origine della ricerca sulla cibernetica tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, e Luca Recano e Simone Vagnoni danno conto di un appuntamento in cui a Bologna centinaia di collettivi e attiviste hanno discusso di come mettere la tecnologia al servizio delle comunità. Del rapporto tra guerre e intelligenza artificiale hanno invece discusso Francesca Farruggia e il nostro Enzo Ferrara.In questo numero torniamo a parlare anche di città e spazi pubblici, e lo facciamo con Giacomo Borella, che ha letto per noi un prezioso libro di Lucia Tozzi su Milano, con il racconto della “rigenerazione” di un quartiere di Milano – Corvetto – di Davide Caselli e della stessa Lucia Tozzi, e poi con un’analisi del mercato immobiliare fiorentino, di Ilaria Agostini, e un contributo di Stefano Portelli sul tema cruciale, drammatico e troppo spesso dimenticato, degli sfratti. In questo numero, ci sono poi altri tre incontri per noi fondamentali: Ferdinand Deligny, una delle figure meno classificabili nella riflessione e nella pratica educativa europea, di cui qui proponiamo alcune immagini della mostra “Leggende della zattera”, con il commento di una delle curatrici della mostra, Sandra Alvarez de Toledo (tradotto da Chiara Scorzoni); Adele Corradi, che Damiano Grasselli ha intervistato per noi per ricordare – con freschezza e senza inutile retorica – la sua collaborazione con don Lorenzo Milani, in particolare sul tema centrale della scrittura collettiva e sull’incapacità della scuola pubblica di capire e sperimentare le esperienze educative di Barbiana; e infine Tess Gallagher, poetessa statunitense di cui Riccardo Duranti ha selezionato e tradotto per noi alcuni versi – inediti in italiano – in cui ritornano quesiti sul rapporto tra identità e Natura.Le illustrazioni e la copertina del numero 109 sono di Rebecca Valente, che ringraziamo di cuore per questo suo prezioso dono.