Descrizione
Uno dei fili conduttori di questo numero degli Asini è il tema delle migrazioni, questione vasta che va compresa nella sua complessità, guardando al contempo ai nuovi immigrati e alle seconde e terze generazioni, alle politiche e ai movimenti dal basso. Per questo vogliamo dedicare questo numero a Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro, vicino Roma, nella notte tra il 5 e il 6 settembre. “Il mio nome è Legione perché siamo molti”: così nel vangelo di Marco uno “spirito immondo” rispondeva a Gesù che gli intimava di lasciare il corpo dell’uomo posseduto. Lasciamo a voi la lettura del prosieguo della parabola evangelica.
Apriamo il numero con un saggio fondamentale di Wolfgang Sachs sul concetto di sviluppo e sugli intrecci tra ecologia, consumi, giustizia globale, geopolitica e modi di vivere, tradotto da Giacomo Borella e Daniella Engel. Per “In casa”, Fulvia Antonelli ripercorre alcuni momenti della storia di Black Lives Matter, il movimento degli afroamericani negli Stati Uniti, e si chiede cosa ci può insegnare sulle migrazioni, sul razzismo, sull’identità collettiva italiana, mentre Luigi Monti ci offre uno sconsolato racconto e una severa valutazione della “sanatoria” per i migranti “irregolari” che si è chiusa il 15 agosto. Nella sezione “Pianeta” torniamo su Black Lives Matter, con le riflessioni di Tiffany Rea-Fisher, artista e community organizer di Harlem, intervistata da Simone Cangelosi e Fulvia Antonelli. Mobilitazioni e repressione scuotono nel frattempo Hong Kong e la Bielorussia, come ci raccontano rispettivamente 安 e Hleb Papou, mentre sul Medio Oriente e sulla “normalizzazione” tra Israele e alcuni paesi arabi ci aggiorna Davide Lerner. Dedichiamo un approfondimento speciale a cosa accade poco lontano dalle coste italiane, in Libia, con tre articoli di Chiara Pagano, sulle recenti mobilitazioni della società civile libica, di Enrico La Forgia, sugli interessi locali e globali del conflitto libico, e di Salvatore Fachile e Alberto Pasquero, che analizzano la strategia europea di esternalizzazione delle frontiere in Libia, in spregio ai diritti dei migranti.
La superficialità con cui vengono riaperte le scuole italiane, e l’occasione persa per un cambiamento vero nel modo di fare scuola, ci hanno lasciato per molti versi senza parole. La sezione Educazione e intervento sociale ospita in questo numero un’antologia di brani di Maria Montessori, Fernand Oury e Colin Ward sul rapporto tra scuola, educazione, spazio e territorio: riflessioni a cui riteniamo necessario tornare, per arricchire una discussione pubblica troppo spesso rassegnata e ipocrita.
In “Poco di buono”, Antonio Biasucci ha raccontato il suo “Laboratorio irregolare” di fotografia a Napoli a Stefano De Matteis, mentre Davide Minotti ci presenta una selezione delle prose poetiche di Thierry Metz, tratte dal Diario di un manovale e Rodolfo Sacchettini riflette sul teatro, e sul rapporto tra attori e pubblico, nel mezzo della crisi sanitaria dovuta al coronavirus. Torniamo sul tema delle “seconde generazioni” di migranti in Italia, grazie a Livia Apa e Fabiola Midulla, che ci parlano di una nuova e promettente generazione di autori e, soprattutto, autrici. Dario Zonta ha visto per noi “Notturno”, il nuovo lavoro di Gianfranco Rosi e Sara Honegger ha letto per noi “Stella nera”, di Marisa Bulgheroni. Maria Pace Ottieri ricorda Franca Valeri, mentre Luca Recano e Federico Simonetti ripercorrono le opere e il pensiero di Bernard Stiegler, entrambi scomparsi in agosto. Chiudiamo il numero con un appello all’azione radicale e al lavoro di comunità, grazie a Nicola Villa, che presenta la prima pubblicazione italiana, per le nostre edizioni, di “Radicali, all’azione!”, il libro di Saul Alinsky del 1946.