Io sono Giorgia! Non avrai
un’altra Giorgia al di fuori di me

Siamo appena agli inizi di una vittoria della destra, e non al termine della sconfitta di una sinistra che sta già pensando di rilanciarsi con un congresso, progettando una rifondazione quando dovrebbe credere semmai alla resurrezione, visto che è morta da più di tre giorni, forse da tre decenni…
Ma invece di pensare ai morti – ovvero alle sorti non più progressive dei progressisti – conviene concentrarsi sulla vittoria dei conservatori o reazionari o fascisti comunque li si vogliano chiamare o esorcizzare. Insomma ha vinto la Giorgia e non basta consolarsi con la storia della vittoria annunciata, perché è adesso che comincia il bello o il brutto della diretta: la partenza non è la partita, che sarà lunga, forse più di una legislatura.
Il fatto è che Giorgia è donna e madre e cristiana, ma anche piccola e bionda e vivace quanto basta per avere, da adesso in poi, più successo personale di prima. Per ora ha solo conquistato un quarto dell’elettorato ma fra non molto avrà il consenso e il conforto di una percentuale tripla, come di solito tocca a tutti i vincitori, soprattutto se “fotogenici” e “sorprendenti”… Così è stato per Berlusconi e perfino per Renzi. Ora tocca alla Giorgia che viene bene nei manifesti e, quel che conta, di sicuro “ci sorprenderà”: magari non sarà un genio, ma le sue quotazioni erano così basse e le preoccupazioni così alte che il suo score e share non possono che migliorare e perfino ascendere a vette imprevedibili, se è vero che prima di lei (e con meno argomenti a suo favore) perfino il giovane Di Maio ha scalato le montagne della stima generale, prima di tornare basso e piccolo e bruttino…
Giorgia ce la farà, e a noi sinistri ce la farà sotto il naso. Ogni suo passo e atto – se misurato e intanto però gridato – avrà i voti benevoli dei tanti professori di giornalismo televisivo che tengono banco e cattedra nella politica virtuale dei media, che è tutta la politica che c’è. Come minimo saranno voti di sufficienza (vista la situazione grave dell’economia e dell’energia) ma anche di incoraggiamento e infine di aperta approvazione: tanti buoni voti in pagella che, sommati ai voti degli elettori, faranno di Giorgia la maestrina dalla penna rossa (pardon nera) d’Italia.
Intanto, a restare e contare i risultati elettorali di tutti i novemila comuni d’Italia si può dire siano tutti affratellati nel gradimento di Giorgia, votata perfino alla cieca nei più sperduti e anziani comuni di campagna dove gli ex-voto devozionali o appena speranzosi sono diventati la regola del nuovo elettorato fluido. Figuriamoci allora se i consensi non siano destinati ad aumentare, una volta superato l’imbarazzo del consenso casuale, quando Giorgia sarà al culmine dell’attenzione e sul trono dell’informazione: è l’inevitabile successo che tocca a tutti i capi di governo essere consolati da una fiducia o da una scommessa crescente, e il fatto che stavolta ci tocchi una “capessa” aggiungerà una curiosità effettiva e perfino una tentazione affettiva.
Giorgia allora piacerà in quanto tale, in sé e per sé e una per tutti, ma se proprio non saranno tutti per una, saranno in molti a perdonarle i suoi primi inevitabili errori ed elogiata ogni volta che disattenderà le profezie di sventura e le previsioni di incapacità che tutti hanno pensato (anche quelli che non l’hanno mai detto). A ricordar bene, Giorgia non ha dato fin qui nessun segno delle sue qualità: ha saputo solo attendere in cosiddetta “coerente” opposizione e si può dire abbia soltanto atteso il cadavere del nemico e anche la disgrazia dell’amico, fino a quando è stata premiata dalla resistibile discesa dell’elettorato verso di lei… Ma adesso, quelli che l’hanno votata appena come novità, si accorgono che non era una novizia ma la giovanissima madre superiora dei suoi fratelli d’Italia, destinati anch’essi ad aumentare, malgrado spuntino già in tivvù e nei giornali le sorelle invidiose di una cenerentolina romana che infine è piccola e bionda e vivace, oltre che donna e madre e cristiana e chi più ne ha più ne metterà… e saranno in tanti a metterne ancora per anni e anni….
Quanti anni? Dipende dalle congiure dei suoi frustrati alleati, e non certo dal congresso del PD o dalle convinzioni e circonlocuzioni della coppia gatto-Calenda e volpe-Renzi, o dalla ripresa di voce dell’afono Conte dei miracoli… per i quali – per tutti i quali – il meteo dell’auditel prevede tempesta o forse totale siccità.
Una prima mossa intanto gliela stanno suggerendo da tempo i suoi critici e nemici. E lei magari presto lo farà: spengerà quella fiamma tricolore che ormai non serve, e dirà poi che – di questi tempi – l’ha fatto per risparmiare il gas…