Descrizione
Ricominciare, da capo e da un’altra parte
Ricominciare, dopo aver preso atto dei propri fallimenti e averli analizzati a fondo, è necessario. Questa l’indicazione di György Lukács, mentre osservava gli esiti terribili della rivoluzione russa, che riprendiamo con il motto di questo numero. E, ragionando su molti fallimenti, apriamo proponendo quattro commenti sulle elezioni amministrative che si sono tenute in ottobre in alcune città italiane: VITTORIO GIACOPINI su Roma, MAURO BOARELLI su Bologna, GUIDO MONTANARI, intervistato da ENZO FERRARA, su Torino, e GIANLUCA D’ERRICO su Napoli; al di là delle differenze tra i contesti, un dato comune è quello dell’astensione, mai così alta nell’elezione dei sindaci, segno del distacco tra cittadini e istituzioni che caratterizza questa fase.
Dedichiamo la sezione Pianeta ai paesi dei Balcani, nostri vicini, per capire cosa è cambiato e cosa si muove in questi paesi a trent’anni dal 1991, quando ebbero inizio i conflitti che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia. Agli anni delle guerre sono dedicati i contributi di GIULIO MARCON, che ricorda come il movimento pacifista italiano si impegnò con passione e concretezza nel supporto ai civili e nell’accoglienza ai profughi, e di MARIO BOCCIA, che riflette su vittime e carnefici ripercorrendo la propria attività di fotografo nei luoghi di guerra. Di Mario Boccia sono anche le fotografie che aprono e chiudono questo numero della rivista, che documentano un decennio di conflitti e di resistenze pacifiste. I contributi successivi ci aiutano a comprendere cosa accade oggi sull’altra sponda dell’Adriatico: CHIARA MILAN ci racconta i movimenti sociali più vivaci e interessanti, in particolare sulle tematiche ambientaliste; FRANCESCO MARTINO spiega le motivazioni per le quali il processo di allargamento dell’Unione Europea ai paesi dei Balcani occidentali si sia bloccato e le conseguenze di questo stallo; e SIMONE BENAZZO ci informa su come la “rotta balcanica” – percorsa da migliaia di migranti che cercano di raggiungere l’Unione Europea, in condizioni drammatiche – sia diventata un contesto di sperimentazione di nuove tecnologie di controllo. Infine, GIORGIO MORBELLO ci riporta agli anni Novanta, con un ricordo dell’intensa attività di Luca Rastello – scomparso sei anni fa – nel movimento pacifista e nell’accoglienza ai rifugiati che provenivano dalla ex Jugoslavia.
Per Educazione e intervento sociale, proponiamo una riflessione di EMANUELE DATTILO su un testo che ci è sembrato indicativo di cosa sia e come si rappresenti l’università italiana oggi: le indicazioni (che qui mostriamo) impartite agli studenti e alle studentesse che nei mesi scorsi hanno partecipato ai test d’accesso ai corsi universitari, a distanza. FULVIA ANTONELLI e LUCA LAMBERTINI hanno invece intervistato il fumettista RATIGHER, che, nel raccontare la Bologna di fine anni Novanta, ragiona sulla creatività e sulla ricchezza culturale degli spazi sociali occupati e autogestiti.
Poco di Buono si apre con le poesie di DAVIDE MINOTTI, mentre GIOVANNI PILLONCA ricorda la figura del poeta, critico e storico irlandese Seamus Deane, scomparso lo scorso maggio, e ANTONELLA FIMIANI rievoca quella di Alba de Céspedes, scrittrice e partigiana. STEFANO DE MATTEIS discute il film di Mario Martone su Edoardo Scarpetta e NATASHA DEBORA AIDOO ci parla di femminismo in Ghana, guardando alle scrittrici di quel paese.
Chiudiamo il numero riproponendo il Requiem per l’undici settembre di GIANCARLO GAETA, con una postilla che ci ricorda amaramente che l’undici settembre è ancora con noi, nel 2021.