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Gaudenzio Ferrari, un pittore della realtà

Quando Giovanni Testori negli anni Cinquanta si occupava dei “pittori della realtà” in Lombardia seguendo Longhi che nel 1951 aveva curato la rassegna memorabile del Caravaggio artista “umano non umanistico”, e collaborando attivamente nel 1953 alla rassegna che aveva come titolo proprio quella definizione, il clima culturale in Italia era segnato dalle dispute ormai improduttive fra realisti e astrattisti, e Testori polemizzando con Guttuso scrisse che realismo significa partire dalla realtà non arrivare alla realtà.

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11 Marzo 2020
Maurizio Cecchetti
Quando Giovanni Testori negli anni Cinquanta si occupava dei “pittori della realtà” in Lombardia seguendo Longhi che nel 1951 aveva curato la rassegna memorabile del Caravaggio artista “umano non umanistico”, e collaborando attivamente nel 1953 alla rassegna che aveva come titolo proprio quella definizione, il clima culturale in Italia era segnato dalle dispute ormai improduttive fra realisti e astrattisti, e Testori polemizzando con Guttuso scrisse che realismo significa partire dalla realtà non arrivare alla realtà.

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