Quando Giovanni Testori negli anni Cinquanta si occupava dei “pittori della realtà” in Lombardia seguendo Longhi che nel 1951 aveva curato la rassegna memorabile del Caravaggio artista “umano non umanistico”, e collaborando attivamente nel 1953 alla rassegna che aveva come titolo proprio quella definizione, il clima culturale in Italia era segnato dalle dispute ormai improduttive fra realisti e astrattisti, e Testori polemizzando con Guttuso scrisse che realismo significa partire dalla realtà non arrivare alla realtà.
Cattelan in the bathroom
Qualche mese fa dall’America è arrivata una notizia interessante resa nota dal “Washington Post”. La Casa Bianca, ovvero l’attuale presidente Donald Trump, ha fatto formale richiesta al museo Guggenheim di New York di avere in prestito un Van Gogh da appendere nei propri alloggi privati. Il dipinto pare fosse quello realizzato dal pittore nel 1888 […]
Leoncillo a Verona
Chissà se Matisse quando cominciò a scolpire con le forbici – questo erano i suoi papiers découpé, sagome dai colori primari tagliate nella carta e incollate a formare un dipinto-scultura – aveva in mente l’esempio che Henri Bergson faceva per parlare dell’intelligenza? L’intelligenza è come le forbici del sarto che tagliano le parti di un […]