Con “Poor things” Lanthimos ha attraversato delle soglie su cui, fino a ora, si era mantenuto cautamente in equilibrio. Indipendentemente dalla sontuosa leziosità wesandersoniana delle scene (pur belle ma stucchevoli) e da altri elementi prettamente filmici che traghettano l’irregolare regista greco nel recinto della normalità e del botteghino, vorrei fermarmi sul senso della sua ultima […]