Paradossi

Venerdì 13 novembre 2020: Quasi 100 morti davanti alla Libia. 70 in difficoltà a sud di Lampedusa.
Nelle stesse ore le amministrazioni locali di altre tre regioni italiane – Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna – stanno decidendo come proteggere i loro territori dal ’rischio’ di diventare zone ’arancioni’. Come? Varando, prima che siano altri a imporgliele, misure restrittive che hanno del surreale: no alle passeggiate nel centro storico, no agli over 65 nei supermercati se non in una fascia temporale protetta, no agli stazionamenti all’aperto, eccetera.
C’è chi muore perché qualcuno gli impedisce di entrare.
C’è chi non muore perché qualcuno gli impedisce di uscire.
Due paradossi che, insieme, ne creano uno più grande e implausibile: siamo pedine silenti prese in un ingranaggio perverso che ci sottrae ogni volitività e capacità di pensare con la nostra testa, in modo analogico e critico, che è poi il solo modo di farlo. Tra i benefici accessori del Covid 19 sembrerebbe esserci – oltre alla riduzione del turismo, delle polveri sottili e dell’inquinamento acustico – una sorta di sgravio della coscienza, di assottigliamento dell’attenzione: il mondo si è allontanato. Il vero distanziamento, più politico che sociale, è questo: non vedere oltre l’uscio di casa.
Solo sforzandoci di capire che legame ci sia tra la morte di quei nuovi cento, la moria di anziani nei non sufficientemente attrezzati ospedali italiani, la sempre più isterica corsa al decreto o all’ordinanza di ministri, governatori e sindaci, il crescente isolamento sociale e il transito ormai inarrestabile alla comunicazione digitale, possiamo evitare di essere sbalzati anzitempo fuori dalla Storia.
Non si muore forse anche così? Per atrofia dell’intelligenza, per disorientamento e passività, per una sorta di raffreddamento dell’anima che ci consente di pensare solo a noi stessi, di non dire, di non agire. La Storia non insegna forse che chi pensa solo a difendersi, vietando, confinando, escludendo e punendo, non fa molta strada? Ciò che si è fatto si ritorce inevitabilmente contro chi l’ha fatto. What goes around comes around, dicono gli americani, che se ne intendono. Che poi siano in molte e molti a pagare non deve né indignare né commuovere: l’imperdonabile perversità di questa nostra epoca consiste nella sua innocenza.
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