Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana. Maria Luisa Alessi

La selezione di Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (Einaudi 1952) che abbiamo deciso di ripubblicare vuole onorare, a distanza di ottant’anni, il 25 aprile 1945, e anche ricordare, come scrisse Franco Antonicelli nella prefazione, che queste ultime scritture furono anche “l’ultima azione di 112 condannati a morte i quali conclusero la loro parte di lotta nei seicento giorni della Resistenza italiana comunicando ai famigliari o ai compagni un’estrema notizia di sé, un addio, un mandato, un sigillo ideale. Ed è un’azione che ne apre un’altra, che si trasferisce dai morenti ai superstiti, con la sua eccezionale elevatezza morale, con il suo complesso significato politico e storico, col peso stesso, grave, dolente, delle sue sofferenze umane”. In tempi di rinnovata fede nella guerra e nella legge del più forte, queste lettere ci raccontano la Resistenza come la somma di tante, coraggiose scelte di ragazzi e di ragazze, di uomini e di donne capaci di pensare, di scegliere e di agire nonostante vent’anni di dittatura fascista. La loro scelta, le loro voci, ci accompagneranno per l’intero mese di aprile.
Di anni 33 – impiegata – nata a Falicetto (Cuneo) il 17 maggio 1911 Prima
dell’8 settembre 1943 svolge attività clandestina in collegamento con il
Partito Comunista Italiano di Saluzzo – nel 1944 è staffetta partigiana della
i 84j Brigata «Morbiducci» operante in Val Varaita – svolge numerose missioni
Catturata l ’8 novembre 1944 da militi della 5a Brigata Nera «Lidonnici»,
mentre si trova convalescente nella propria casa di Cuneo – sottoposta
a ripetuti interrogatori dal Comando di Cuneo Fucilata il 26 novembre
1944, sul piazzale della stazione di Cuneo, da militi della 5′ Brigata Nera «Lidonnici»,
con Pietro Fantone, Ettore Garelli, Rocco Repice e Antonio Tramontano.
Cuneo, 14 novembre 1944
Come già sarete a conoscenza, sono stata prelevata dalla Brigata
Nera: mi trovo a Cuneo nelle scuole, sto bene e sono tranquilla.
Prego solo non fare tante chiacchiere sul mio conto, e di allontanare
da voi certe donne alle quali io debbo la carcerazione.
Solo questa sicurezza mi può far contenta, e sopra tutto rassegnata
alla mia sorte. Anche voi non preoccupatevi, io so essere
forte.
Vi penso sempre e vi sono vicino.
Tante affettuosità Maria Luisa