Le piazze di Jacovitti
Per molti anni è pesato su Benito Jacovitti, il più grande dei nostri fumettisti “comici”, un pregiudizio “di sinistra”: era amatissimo dai bambini d’Italia e pubblicava sul “Vittorioso”, il migliore dei settimanali per ragazzi di un tempo in cui ce n’era più d’uno (e quello legato al Pci, “Il pioniere”, era segnato dalla sua origine molto più di quanto non lo fosse il cattolico “Il vittorioso”). Jacovitti venne soprattutto accusato di “qualunquismo”, per la sfiducia dei suoi personaggi “adulti” nei confronti della politica, nel mentre che quelli infantili come Pippo, Pertica e Palla, i tre amici di un qualsiasi nostro Paese di provincia, con le loro avventure in difesa del bene esprimevano invece una solare fiducia nel futuro. Ma quali autori di fumetti, nella produzione del tempo, anche straniera, hanno inventato così tanti personaggi, legati alle strutture narrative dei “generi” portanti della letteratura popolare e del cinema, dall’investigatore Cip seguito dal fedele e lunghissimo cane bassotto Kilometro allo sfigato cowboy Cocco Bill, a cento altri? Ma forse lo Jacovitti che ha spaziato più liberamente tra la satira degli umani tipi e usi sociali – ovviamente portati all’estremo, al surreale, al grottesco – è stato quello delle grandi tavole che chiamò “Panoramiche” e che i suoi lettori bambini chiamavano “Piazze”. Ne riproponiamo alcune, in bianco e nero, rinviando il lettore alle due grandi raccolte di “Panoramiche”, in grande formato, edite qualche anno fa da Stampa Alternativa, che sono tuttora in commercio. I più pessimisti tra noi potranno constatare che il mondo di oggi, l’umanità di oggi, non è certamente meno bizzarra e stralunata di quella descritta da Jacovitti: l’assurdo è diventato una costante della nostra esistenza quotidiana, ed è anche salutare riderci sopra.
Le amiche Silvia Jacovitti e Anna Salepicchi ci hanno assistito in questo ricupero.