La poesia: Nessuna arte
A cura di Damiano Abeni
Ben Lerner (1979 Topeka, Kansas) si è affermato sulla scena letteraria statunitense e internazionale con tre libri di poesia: The Lichtenberg Figures, Angle of Yaw e Mean Free Path, tutti pubblicati dalla Copper Canyon Press nel 2004, 2006 e 2010, che gli sono valsi numerosi riconoscimenti tra cui il Preis der Stadt Münster für Internationale Poesie (2011, primo vincitore statunitense). In Italia la sua fama è legata alla pubblicazione di due romanzi, Un uomo di passaggio, Neri Pozza 2012 (Leaving the Atocha Station, Coffee House Press 2011), che esplicitamente rende omaggio a John Ashbery, mutuando il titolo di una delle sue più famose poesie, e Nel mondo a venire, Sellerio 2015 (10:04, Faber & Faber, 2014). Negli ultimi anni ha ottenuto anche prestigiose fellowship dalle fondazioni Guggenheim (2013) e MacArthur (2015), e nel 2016 è stato nominato Distinguished Professor of English presso il Brooklyn College. In Italia alcune poesie sono state pubblicate grazie a Giulio Silvano e Francesco Pacifico, su “Nuovi Argo- menti”, e a Massimo Gezzi e Guido Mazzoni, su “Le Parole e le Cose”. La traduzione della quarta sezione di Angle of Yaw (Angolo di imbardata IV) è stata pubblicata in Italia nel 2015 da Michele Zaffarano nei Chapbooks di Arcipelago Edizioni. Nessuna arte è la poesia che dà il titolo al volume che raccoglie i tre libri di poesia (No Art, Granta Books 2016) con l’aggiunta di alcuni inediti, tra cui questo tradotto da Damiano Abeni e Moira Egan. Farà parte della raccolta che nel 2017 inaugurerà la collana di poesia Controcielo per le Edizioni Tlon.
Stasera non so ricordare perché
tutto è permesso, oppure,
che è poi la stessa cosa,
vietato. Nessuna arte è totale, nemmeno
la loro, anche se erige
grattacieli o uccide dall’aria,
c’è troppa pietà nella disperazione
come se le foglie d’argento al di là
del vetro fossero politica
e il vento in cui si sommuovono
e l’incombere di temporali
sparsi. Quelli sono ancora
i miei modi di fare e
so di poter contare su di voi
finché non siate abbastanza reali
da potervi voltare le spalle. Forse
sono rimasto indietro, lo sto rimanendo, ma
– di me – penso come di uno che ha
un popolo, un piccolo popolo
in uno stato che ha fallito, e amo
più l’avanguardia della vergogna
o delle distanze accomodanti.
Tutto il mio popolo è con me adesso
nei modi in cui la luce lo è.