Il partito Verde tedesco verso le elezioni federali

Il 26 settembre gli elettori tedeschi saranno chiamati ai seggi per eleggere il nuovo Bundestag. Con una CDU/CSU sempre più in crisi e un SPD che non sembra avere la forza per riaffermarsi come partito principale, il prossimo voto potrebbe aprire una nuova stagione politica per la Germania, a conclusione dell’epoca Merkel.
A colmare il vuoto lasciato dai due partiti protagonisti del panorama politico sin dal dopoguerra troviamo una forza non nuova ma che negli anni ha saputo rinnovarsi, mettendo in atto un processo di maturazione e modernizzazione. È con questi presupposti che il partito Bündnis 90/Die Grünen (in italiano Alleanza 90/I Verdi) si avvicina al voto del prossimo autunno, con buone probabilità di far parte del nuovo governo e con l’ambizione di potersi affermare come primo partito e così aggiudicarsi la Cancelleria con Annalena Baerbock.
La nascita e l’esperienza al governo
Il partito dei Verdi in Germania nacque ufficialmente nel 1980 e già tre anni dopo riuscì a superare la soglia di sbarramento alle elezioni parlamentari, eleggendo i suoi primi rappresentanti al Bundestag. L’attuale conformazione del partito, cioè Alleanza 90/I Verdi, si formò, invece, grazie alla riunificazione della Germania, quando i due partiti ecologisti tedeschi nati dalle due parti della cortina di ferro confluirono in una sola organizzazione.
I Grünen hanno già alle loro spalle anche un’esperienza al governo. Nel 1998, infatti, il partito ecologista entrò a far parte della coalizione di governo di centrosinistra guidata da Gerard Schröder (SPD) e vi rimase fino all’ascesa al potere della CDU/CSU di Angela Merkel, nel 2005.
L’ascesa nei Länder
I Verdi, una volta passati all’opposizione a livello federale, hanno raccolto sempre più consensi a livello locale. Nel giro di pochi anni sono riusciti a entrare nelle coalizioni di governo in diversi Länder, nella maggior parte dei casi con la forza di centrosinistra SPD e talvolta, soprattutto negli ultimi anni, anche con i cristiani democratici della CDU.
L’ultimo successo di Alleanza 90/I Verdi in un’elezione locale si è registrato a marzo 2021 nel Baden-Württemberg. Nel Land sud-occidentale i Verdi (già primo partito nel 2016) hanno ulteriormente rafforzato la loro posizione ottenendo il loro risultato migliore nello Stato (32,6%), mentre la CDU con il 24,1% dei voti (e un calo di tre punti percentuali) è entrata nella coalizione di governo come partito minoritario.
Il successo alle europee del 2019
Il successo elettorale più grande ottenuto finora dai Grünen resta quello delle elezioni europee del 2019. In generale, i risultati più convincenti del partito ecologista tedesco si erano sempre registrati nelle competizioni europee, ma quelle del 2019 portarono a un vero e proprio cambio di passo.
Quell’anno, il partito ottenne il 20,5% dei voti aggiudicandosi 21 dei 96 seggi spettanti alla Germania, solo due in meno rispetto ai 23 ottenuti dalla CDU/CSU (22,6%). Il risultato è emblematico se si compara a quello ottenuto due anni prima alle elezioni federali (in cui i Verdi ottennero l’8%) ma anche rispetto alle elezioni europee del 2014 (10,7%).
L’evoluzione del partito
L’impennata elettorale dei Grünen negli ultimi anni non deve però stupire, soprattutto perché il partito di oggi non è minimamente paragonabile a quello di qualche decennio fa.
Quando i Verdi si formarono come forza politica a tutti gli effetti nel 1980, rappresentavano un gruppo nato dal basso, figlio dei movimenti ecologisti e pacifisti degli anni Sessanta e Settanta. Nei primi anni di rappresentanza al Bundestag il loro scopo era quello di far emergere le loro battaglie all’epoca ancora poco discusse dalla classe politica, senza scendere a compromessi e senza istituzionalizzarsi.
Il tempo ha cambiato le cose e con la crescita dei consensi e delle responsabilità il loro approccio alla politica è cambiato. Già dai tempi della coalizione di governo con i socialdemocratici, il partito Alleanza 90/I Verdi poteva essere considerato un partito tradizionale a tutti gli effetti, alla stregua della CDU o della SPD.
Quello che invece non è cambiato nel corso degli anni è la fedeltà alla loro base di valori. Il partito dei Verdi nacque affermando dei valori fondanti come l’ecologia, l’ambientalismo, il pacifismo e la ferma critica all’utilizzo dell’energia nucleare. Dopo quarant’anni questi principi non sono cambiati: anzi, si potrebbe dire che è la domanda dell’elettorato a essersi avvicinata a ciò che i Verdi propongono da tempo.
Il programma del partito: la tutela dell’ambiente
La fedeltà agli ideali storici è riscontrabile leggendo il programma del partito in vista del voto. Il manifesto, adottato nel novembre 2020, presenta come valori fondanti del partito l’ecologia, la giustizia, la democrazia e la pace.
Il tema più importante resta la tutela dell’ambiente. L’obiettivo principale è di ridurre le emissioni di CO2 del 70% entro il 2030. Secondo i Verdi, infatti, l’attuale obiettivo tedesco di ridurre le emissioni del 55% è troppo poco ambizioso ed è necessario fare di meglio. È un appello che il partito rivolge anche agli altri Stati ricchi, che maggiormente hanno contribuito all’inquinamento con le loro politiche scellerate.
Secondo il punto di vista dei Verdi, la lotta al cambiamento climatico non va combattuta solo grazie a un’accelerata transizione energetica globale, ma anche attraverso il rispetto della biodiversità e a una transizione sostenibile della mobilità e del settore edilizio.
La difesa e il disarmo
Un altro dei temi storicamente a cuore ai Grünen è la difesa, la cui gestione, secondo il loro punto di vista, dovrebbe essere europeizzata. Per quanto riguarda la NATO, invece, riconoscono l’organizzazione atlantica come indispensabile ma restano molto critici su alcuni suoi aspetti. Tra le osservazioni più accese quelle rivolte alla presenza delle armi nucleari statunitensi nel territorio tedesco e quella sulla soglia del 2% del PIL che gli Stati devono dedicare alla spesa per la difesa.
I Verdi restano inoltre fedeli all’idea di pacifismo, che negli anni si è concretizzata in una forma di lotta a favore del disarmo. Durante la campagna elettorale appena iniziata hanno già dichiarato la loro contrarietà all’uso dei droni e, in generale, dell’automazione degli eserciti.
La politica estera
Per quanto riguarda la politica estera, i Verdi hanno idee molto diverse da quelle del governo attuale. La strategia da loro considerata attendista e poco incisiva utilizzata finora da Angela Merkel avrebbe danneggiato la Germania e i suoi interessi. Loro, al contrario si dimostrano molto più netti nelle posizioni anti-cinesi e anti-russe, dichiarandosi contrari all’accordo sulle relazioni commerciali tra Unione europea e Cina e al completamento del gasdotto Nord-Stream 2.
Annalena Baerbock
L’elemento di novità più importante all’interno del partito Verde è il suo volto nuovo, la candidata cancelliera che viene considerata quasi come la vera erede di Angela Merkel: Annalena Baerbock.
Nata nel 1980, lo stesso anno in cui nasce il partito Verde, dopo una laurea in giurisprudenza ad Amburgo, un master in diritto internazionale alla London School of Economics e anni di attivismo nel movimento ecologista, Baerbock venne eletta al Bundestag per la prima volta nel 2013 e dal 2018 è alla guida del partito insieme a Robert Habeck.
La caratteristica principale di Baerbock è il suo pragmatismo, che traspare anche dalla sua concezione del partito e dell’elettorato a cui esso può aspirare. Secondo la candidata dei Verdi, il partito dovrebbe essere più flessibile e meno ancorato alla propria anima storica per cercare di guadagnare consensi anche all’interno dell’elettorato deluso di CDU e SPD.
Nonostante il nuovo approccio e nonostante essa appartenga all’ala pragmatica del partito, Baerbock è un personaggio ben visto anche dalla corrente opposta, quella degli idealisti. Nel corso degli anni della modernizzazione del partito sono emerse delle divergenze di vedute al suo interno, con la conseguente nascita delle due fazioni. Solo grazie al lavoro di Bearbock, insieme a Robert Habeck, queste fratture interne sembrano almeno essersi attenuate.
Il carisma e l’approccio innovativo di Baerbock l’hanno portata nel giro di due anni a scalzare Habeck dal ruolo di candidato alla Cancelleria, nonostante potesse essere considerato la persona più qualificata per quella carica. Tra le critiche maggiormente rivolte a Annalena Baerbock troviamo la sua poca esperienza, soprattutto se messa a confronto con la carriera politica del suo collega. Egli, infatti, ha già ricoperto una carica ministeriale, al contrario di Baerbock.
Un elettorato più “verde”
Per capire il successo dei Verdi, oltre all’evoluzione del partito, c’è da considerare che la sensibilità degli elettori negli ultimi anni è molto cambiata, soprattutto sulle tematiche ambientali.
L’apice di questo nuovo interesse dei tedeschi per la lotta al cambiamento climatico si è manifestato con la sentenza della Corte costituzionale dello scorso aprile a proposito della legge sulla riduzione delle emissioni di CO2 del 2019. La Corte ha deciso che il governo dovrà rendere la legge sul clima più rigida e fissare degli obiettivi più precisi, a tutela della salute e del benessere delle generazioni future.
La particolarità di questa sentenza è che chi ha fatto ricorso alla Corte è un gruppo di quattro persone sostenuto da movimenti ambientalisti, tra cui Fridays for Future. Proprio la nascita e il successo del movimento guidato da Greta Thunberg, insieme al sorgere di emergenze ambientali sempre più estreme, hanno reso la popolazione tedesca sempre più interessata alle politiche climatiche.
Secondo un sondaggio della Banca europea per gli investimenti più della metà (51%) dei tedeschi pensa che il cambiamento climatico sia uno dei tre grandi problemi che la Germania sta affrontando in questo momento e ciò che più li spaventa del cambiamento climatico è l’aumento di disastri naturali (62%). Mentre dall’Eurobarometro 2019 emerge che otto persone su dieci in Germania considerano i cambiamenti climatici un serio problema per il futuro.
A una coscienza collettiva sempre più consapevole dei rischi legati ai cambiamenti climatici, la CDU/CSU di Merkel negli anni non ha saputo dare risposte soddisfacenti. Questo potrebbe ulteriormente favorire i Verdi alle urne.
Cosa aspettarci dal voto di settembre
Resta da chiederci quante siano le possibilità concrete di vedere Annalena Baerbock come nuova Cancelliera tedesca dopo il voto di settembre. Ad oggi i sondaggi, come quello di Politico, mostrano un vero testa a testa tra la CDU/CSU e i Grünen, entrambi intorno al 25% di consensi.
Anche se la CDU/CSU esce dall’epoca Merkel fortemente indebolita da scandali interni e guidata da un poco carismatico leader come Armin Laschet, mancano ancora troppi mesi di campagna elettorale per prevedere se i Verdi riusciranno a tener testa ai cristiano-democratici e ad affermarsi così come primo partito.
Molto più semplice è immaginare i Verdi all’interno della coalizione di governo, soprattutto perché Baerbock non ha mai nascosto di aver intenzione di aprire un dialogo sia con i cristiano-democratici sia, eventualmente, con la SPD per la formazione di un nuovo esecutivo per la Germania.
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