I tesori nascosti dell’editoria
Grazie alla determinazione di Loredana Farina, appassionata cultrice di illustrazione e libri per bambini, la casa editrice Topipittori regala ad appassionati di cultura per l’infanzia e grafica editoriale, educatori e bibliotecari un catalogo ragionato sulla Emme edizioni di Rosellina Archinto, l’editore del Paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, di Federico o di Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni, degli scritti sull’educazione di Tolstoj, di Tutto è fiaba. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto ha trovato per i bambini le radici fiabesche di Leonardo Sciascia, Alberto Moravia, Pero Citati, Alberto Arbasino o Carlo Castellaneta in un progetto editoriale di cui è un’impresa tenere le fila, ma che lascia impressionati per forza innovatrice e lungimiranza. Il volume in questione ha il titolo avventuroso di La casa delle meraviglie, in onore al museo di Lahore evocato da Kipling in Kim e in duecento pagine ha la forza di condensare il progetto culturale e pedagogico sotteso ai circa 800 volumi della Emme. Questo il patrimonio riunito da Rosellina Archinto in quasi vent’anni di lavoro, dal ’66 all’ ’85, nello spazio ridotto dello studio ricavato dalla soffitta della sua casa a Milano.
In questo universo minimo è passata la spinta più propulsiva e vivificatrice di chi ha lottato per riconoscere il ruolo dell’immaginazione nella vita quotidiana, per vedere nello spirito d’infanzia la possibilità di costruire e declinare una nuova esperienza culturale e politica. Nel mondo educativo la rivoluzione culturale degli anni Sessanta e Settanta ha significato la creazione di reti di lavoro transnazionali, tese tra differenti ambiti disciplinari, a favore dell’idea che la costruzione di un mondo diverso e migliore fosse possibile a partire dalla comprensione del bambino. I libri descritti in questo volume riportano le ragioni profonde alla base di questa convinzione e le sue diramazioni operative in una veste agile e funzionale.
Il catalogo è strutturato in tre parti tutte corredate da un apparato iconografico composto dalle copertine dei libri Emme, da illustrazioni, foto dei protagonisti della casa editrice, schizzi e bozzetti che raccontano il dietro le quinte di questa grande impresa. La prima parte è dedicata ad una lunga intervista realizzata da Loredana Farina a Rosellina Archinto. Insieme le due raccontano come l’Archinto ha maturato la passione per la letteratura e la creazione di libri, la Milano dell’Olivetti e della prestigiosa libreria Milano Libri di Annamaria Gandini, la nascita dei principali progetti editoriali, la collaborazione con la migliore editoria per l’infanzia nazionale e internazionale. Rosellina Archinto ha avuto la fortuna di rivolgersi ad un’Italia ancora capace di far dialogare istituzioni ed autorità responsabili della mediazione culturale e la sfortuna di essere una donna innovatrice. I suoi libri, in Italia, sono apprezzati e venduti oggi, ristampati da altre case editrici, ma non sono stati amati all’epoca: troppo belli, troppo aristocratici, troppo difficili.
La seconda parte del catalogo presenta invece una sezione critica che contestualizza l’intervista alla luce della storia della grafica e dell’editoria per l’infanzia a livello nazionale ed internazionale. Insieme con editori come Jonathan Cape, Hachette, L’école des Loisirs, Diogenes o Andersen Press, l’Emme edizioni ha partecipato ad un fermento culturale che ha coinvolto con pari forza aspirazioni politiche e rinnovamento tecnico. Questa compenetrazione ha reso possibile un confronto tra le copertine dei suoi libri per bambini con video musicali, riviste di fumetto, manifesti cinematografici, grafica urbana e industriale. La terza parte del volume presenta infine la ricostruzione del catalogo storico della casa editrice. Si tratta di un documento unico e prezioso perchè in tanta ricchezza di scambi e contatti è stata persa traccia di titoli, autori, anni di edizione. Il catalogo storico permette al lettore di identificare di quali tesori si è arricchita la letteratura per l’infanzia italiana e di andarli a recuperare in nome di nuovi progetti educativi e di una storia tutta nuova di questa disciplina.
Rosellina Archinto è entrata a contatto con il mondo educativo negli Stati Uniti. Le prime esperienze di lettrice adulta di albi illustrati sono avvenute alla Columbia University e alla Public Library di New York, dove ha seguito corsi di psicopedagogia e ha maturato l’idea di fare l’editore. Di ritorno in Italia, inizia a pubblicare libri per bambini comprati da un editore cecoslovacco con l’Editoriale Milanese e nel 1966 fonda la Emme. Il primo albo pubblicato è Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni. A lui seguiranno opere attuali ancora oggi come Il palloncino rosso di Iela Mari o C’era una volta un albero di marmellata di Ralph Steadman o Tre feroci banditi di Tomi Ungerer. Se si osservano ancora questi libri si constata sin da subito la volontà di sperimentare nuovi linguaggi per comunicare all’infanzia, a partire dalla prerogativa di valorizzare, potenziare e conservare l’uso della fantasia e dell’immaginazione per tutto il corso della vita. Queste prime opere si rivolgono anche ai bambini che non sanno leggere e danno loro la possibilità di inventare le proprie storie a partire dalla capacità di interagire con immagini di consequenzialità narrativa semplice, ma densissime di stimoli finalizzati a portare parole e consapevolezza sui modi di interagire con il proprio contesto.
Questi primi libri si contraddistinguono per l’attenzione data al fare. Per l’Archinto fantasia e immaginazione sono qualcosa di estremamente concreto che serve a prendere contatto la realtà secondo le sue potenzialità espressive ed operative. Esempio dell’intento sono i volumi indicati e descritti da Ilaria Tontardini nel capitolo del catalogo dedicato ai libri senza parole. Si tratta delle opere di Iela Mari, Lugi Puricelli, Ermanno Cristini, Mitsumasa Anno, Willi Baum, Jean-Jaques Loup e Mordillo. Questi autori, scrive la Tontardini, invitano i bambini ad essere in perenne movimento, incessante ricerca. Questo moto associa alla conoscenza e al dischiudersi di quest’ultima l’idea del viaggiare, percorrere, muoversi, e si identifica con il movimento dello sguardo, quello che si è portati a fare sulla pagina. (136) Il bambino che accetta la proposta di questi autori, si ritrova ad esplorare tutti i confini dello spazio dentro e intorno al testo in una strategia per risvegliare e organizzare in lui la parola. Si prenda in mano Il viaggio incantato di Mitsumasa Anno, il percorso di un cavaliere medievale lungo esattamente quanto il libro. L’avventura, il moto, consiste nel riconoscere i particolari minuti che caratterizzano la strada dell’eroe senza che nessun carattere alfabetico si intrometta a rompere la relazione del lettore con lui.
Nell’intervento dedicato ai grandi autori che hanno scritto per l’Emme edizioni, Emilio Varrà spiega che il funzionamento di questi libri è dovuto all’esaltazione del gesto narrativo.Da questo punto di vista lo spirito pedagogico dell’Archinto riporta all’attualità le ragioni profonde della narrazione seguendo, senza volerlo, la lezione dei grandi storytellers orientali. Dagli studi di Auerbach ai romanzi enciclopedici di Rabih Alameddine, si ha la dimostrazione che i narratori che scelgono di realizzare azioni con i propri ascoltatori permettono alle storie di assolvere ad una vera e propria funzione sociale, dalla definizione dell’identità dei soggetti all’interno di una collettività, al suggellamento di legami alla gestione dei modi di condividere spazi e tempi comuni. La cultura orientale ha sempre riconosciuto queste importanti funzioni del narrare che in occidente sono state a lungo confuse nelle atmosfere della spesso misconosciuta cultura orale.
L’Archinto ha lavorato con diversi soggetti per valorizzare le funzioni della narrazione sul piano pedagogico. Oltre che con i bambini, lo ha fatto, ad esempio, con gli stessi educatori attraverso opere come Il leggere inutile,un saggio che mette in discussione i libri di testo scolastici. Il contatto dell’Archinto con gli educatori è avvenuto su diversi piani istituzionali. Da un lato c’è stata la difficile promozione dei propri libri presso biblioteche e librerie specializzate. Reduce dell’esperienza americana uno dei suoi primi intenti è stato quello di promuovere gli albi presso gli spazi deputati dall’epoca alla lettura. Nel mondo anglosassone l’albo illustrato è infatti uno strumento indispensabile fuori e dentro la scuola, dall’alfabetizzazione al gioco, dall’acquisizione della consapevolezza di sé all’interiorizzazione di contenuti didattici. I bambini delle scuole primarie inglesi ed americane, ad esempio, non sono perlopiù obbligati a comprare libri scolastici, proprio per il ruolo attivo dato alle biblioteche nella pratica educativa. Questa metodologia contribuisce enormemente a promuovere la narrazione sin dalla più tenera età e un mercato editoriale vivo sin dalla produzione rivolta ai lettori più giovani.
Ecco quindi il senso rivoluzionario della proposta della Emme edizioni che non si è giocata solo su un piano estetico, ma sull’intera progettualità delle azioni rivolte all’infanzia attraverso opere di saggistica dedicate ad esperienze didattiche e dibattiti psicopedagogici all’avanguardia ancora oggi. Si vuole segnalare la collaborazione avvenuta con MCE, il Movimento di Cooperazione educativa. L’Archinto stessa ha frequentato questo gruppo e ricorda gli scambi di idee avvenuti con insegnanti determinati a eliminare il libro di testo e ad introdurre il testo parascolastico. C’era tutto un gran discutere intorno a questo argomento. Facevamo riferimento alla scuola di Don Milani che cercava di rompere veramente con la tradizione scolastica italiana. Tutto è finito nel nulla, però sono stati passaggi importanti. (39)
Nell’universo Archinto sono confluiti contributi estremamente eterogenei, a testimonianza della varietà dagli ambiti entro cui si può pensare presente il bambino e ci si può prendere cura del futuro con lui. Una guida per orientarsi in tanta ricchezza sono i nomi di una serie di collane entro cui riconoscere altre tipologie di libri Emme e la pluralità dei soggetti a cui si è rivolta l’Archinto. C’è stato il Punto Emme, l’importante collana diretta dal Prof. Graziano Cavallini in cui è confluita la maggior parte della saggistica. Tra le collane si devono ricordare anche I pomeriggi, Il mangiafuoco, il Nano rosso, Appunti Emme Scuola, Zucchero e sale, I quaderni del nuovo nato e L’asino d’oro. Nelle prime due collane sono stati pubblicati romanzi per adolescenti. I pomeriggi si sono avvalsi nientemeno che della direzione di Natalia Ginzburg e Il mangiafuoco di Oreste Del Buono. Il Nano rosso ha riproposto libri già in catalogo in formato ridotto e in prezzo più economico. Le altre collane sono ulteriori ambiti in cui l’Archinto ha dato spazio alla riflessione psicopedagogica. I nomi dei loro direttori sono stati Ettore Tibaldi, Marina Vilcarenghi e Grazia Honegger Fresco.