Contro il turismo. Introduzione al dossier
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In pochi mesi, la discussione pubblica sul turismo è passata dal timore dell’overtourism (troppo turismo) a quello dovuto al blocco totale del turismo e alla richiesta pressante di una “ripartenza”. Tra i suoi tanti severi insegnamenti, il covid-19 ha mostrato l’enorme fragilità dei luoghi che si reggono sulla monocoltura del turismo. Tuttavia, è ormai da anni che i problemi e le contraddizioni del turismo sono chiare: vera e propria industria pesante alla pari delle estrazioni petrolifere o delle acciaierie, il turismo è un disastro ecologico e sociale che uccide gli ambienti che lo fanno vivere (spiagge, montagne, città storiche) e genera disuguaglianze sociali ed economiche (precariato e sfruttamento dei lavoratori, sottrazione di abitazioni a uso residenziale, invivibilità dei centri urbani).
Non potendo più nascondere la natura catastrofica del turismo di massa, i rappresentanti dei poteri politico-finanziari legati a questo settore hanno cominciato a rifugiarsi dietro la retorica degli investimenti verso un “turismo sostenibile”.In realtà, quello di “turismo sostenibile” è un concetto ingannevole; se è vero che singoli progetti turistici possono essere sostenibili, uno sviluppo sostenibile basato esclusivamente sul turismo è semplicemente impossibile, per la natura stessa di questa attività. Inoltre, il turismo per com’è oggi concepito è portatore di profonde disuguaglianze sociali, anche perché riguarda solo una sola fascia di popolazione, quella più benestante che può permettersi di riempire le proprie insoddisfazioni con viaggi e vacanze a scapito dell’ambiente devastato, dei lavoratori sottopagati, del ceto medio-basso che non ha le stesse possibilità. L’80% della popolazione mondiale non è mai stata su un aereo, mentre l’1%, cioè i “frequent flyers”, è responsabile della metà delle emissioni dell’aviazione civile, le quali sono a loro volta responsabili del 6% del totale di gas climalteranti a livello globale. Un giorno di crociera in mare inquina quanto milioni di automobili.
Nemmeno l’arrivo del Covid-19 è bastato per innescare dibattiti concreti sulla necessità di cambiare rotta: gli amministratori pubblici non hanno affatto preso in considerazione il problema e i grandi imprenditori del settore hanno solo atteso il momento, ormai arrivato, di ripartire come prima – anzi peggio di prima. Questo dossier ha l’intento (ma non la speranza) di provocare un dibattito sulle contraddizioni dell’attuale sistema turistico e sui danni da esso provocati a natura, città ed esseri umani.
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