Gli Asini - Rivista

Educazione e intervento sociale

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Gli asini 78-79 | agosto-settembre 2020

16.00€

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“Svegliati e canta”, così il drammaturgo Clifford Odets incitava i giovani del New Deal statunitense alla ricerca e alla rivolta. Svegliamoci e cantiamo, dunque. È necessario comprendere e agire. Per questo apriamo il numero parlando del movimento No Tav, su cui Enzo Ferrara fa il punto dopo la recente sentenza della Corte dei conti europea, che boccia la tratta Torino-Lione, mentre su un’altra grande opera dannosa, il Mose a Venezia, ci informa Gianfranco Bettin. Sul dopo-epidemia intervengono Piergiorgio Giacchè, per constatare amaramente che tutto è tornato come prima, un po’ peggio di prima, Maria Elisa Sartor, che discute le proposte di riforma del Sistema sanitario regionale della Lombardia dopo la disastrosa gestione del contagio, e Vittorio Giacopini, che nota come il lockdown abbia rappresentato un “grande collaudo” di strumenti e dispositivi che il sistema preparava da tempo. Chiude la sezione “In casa” Silvia Giagnoni, che indica le lotte dei braccianti della Florida come esempio per le lotte dei braccianti in Italia. Il dossier di questo numero, introdotto da Giacomo D’Alessandro, è dedicato alla Liguria, ai suoi problemi, alle sue contraddizioni, ai suoi movimenti sociali. Andrea Bottalico racconta del porto di Genova e di cosa è successo durante la crisi sanitaria, ma anche delle lotte dei portuali contro il commercio di armi; D’Alessandro descrive i luoghi di frontiera attraversati dai migranti a rischio della loro vita; Alex Giuzio ha incontrato Fabio Balocco, autore di un libro che denuncia la cementificazione della costa a causa dei troppi porti turistici; Amedeo Gagliardi ripercorre la vicenda dell’ex Ospedale psichiatrico di Quarto e di una mobilitazione sul tema della salute mentale; mentre dell’arte povera in Liguria il regista e autore Pino Petruzzelli ha discusso ancora con D’Alessandro. Nella sezione “Pianeta”, Riccardo Cristiano torna per noi sulla figura e sull’operato di padre Dall’Oglio in Siria. Della crisi sanitaria in Africa ci informano Andrea Brazzoduro, in particolare sulla repressione in Algeria, Adama Ndao, con una lettera dal Senegal, e Livia Apa, che ci invita a fare i conti con lo sguardo neocoloniale con cui guardiamo l’Africa, anche durante la pandemia. Per “Educazione e intervento sociale” affrontiamo alcuni nodi presenti, passati e futuri della scuola: Federica Lucchesini teme disastri per settembre, non essendoci stati investimenti radicali sul rapporto tra scuola e città; Sara Honegger ha parlato con Elena Piffero sulla sua scelta di unschooling e su come le comunità siano risorse di esperienza e apprendimenti; Stefania Petaccia e Gabriele Vitello, partendo da un libro sulle maestre e i mastri del ’68, rilanciano la questione della politica a scuola; Vittorio Sergi ci racconta i ragazzi e le ragazze di un istituto professionale in cui si prova a fare le cose sul serio e per bene. Così dovrebbe essere anche nell’editoria per ragazzi secondo Matteo Gaspari, che descrive a cosa ha portato la moda del graphic novel. Apriamo la sezione “Poco di buono” con una selezione di poeti giapponesi contemporanei, presentati da Maria Teresa Orsi e Alessandro Clementi Degli Albizzi, e con alcune poesie scelte di Elia Malagò. A quarant’anni dalla sua scomparsa, Niccolò De Mojana e Andrea Cavalletti ricordano per noi Furio Jesi, di cui riproponiamo un’(auto)intervista sul suo itinerario di ricerca su mito e materiali mitologici. Di musica ci parlano Simone Caputo, che ci spiega il precario stato di salute della world music, e Daniele Rosa, che racconta la vicenda incendiaria del black metal norvegese. Ancora Niccolò De Mojana ripercorre le storie delle comunità galleggianti di pirati e ribelli di secoli passati. Paola Splendore fa gli auguri alla rivista “Poesia”, che comincia una nuova serie, con una nuova veste editoriale. Maria Nadotti ha letto per noi un saggio di Ginevra Bompiani su storie e Storia, femminile e maschile, scrittura e oralità, mentre Antonino Morreale un’ampia raccolta di nuovi saggi su Marx, curata da Marcello Musto. Gabriele Fichera rilegge i saggi di Salvatore Mannuzzu, e ancora Stefano Velotti ci dice delle “vite” intrecciate e raccontate da Emanuele Trevi e Vincenzo Schirripa del romanzo di Gianfrancesco Turano sulla rivolta di Reggio Calabria del 1970. Livia Apa ricorda Sarah Maldoror, una delle voci più importanti del cinema anti-coloniale, scomparsa in aprile. Il numero si chiude con le riflessioni di Ivan Illich, e di due suoi amici di Brema, il biologo naturalista Sebastian Trapp e il musicologo Matthias Rieger, sulla velocità e sul rapporto tra società e tecnologia, tradotte per noi da Enzo Ferrara, e con il testo introduttivo di Dario Borso a Grottesche, di Elvio Fachinelli, pubblicate dalla case editrice Italo Svevo.

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