Intro al dossier ecologia
Il mantenimento di una prospettiva ecologica nelle pratiche educative ha oggi una valenza centrale. Sono state perse e andranno perse tante lotte in nome dell’ambiente, ma l’esperienza stessa della lotta ha valore in sé; implica un’esigenza di conoscenza su cause, effetti e possibili rimedi, che coinvolge temi umanistici e scientifici: scienza e tecnologia come diritto e filosofia. Lo studio dell’ecologia è di stimolo alla consapevolezza della complessità e dell’interconnessione delle cose, degli oggetti inanimati come delle comunità. Su questo sfondo gli aspetti inessenziali perdono centralità mentre acquistano tutta la loro importanza le sostanze fondamentali: carbonio, fosforo e azoto che formano i cicli del mondo materiale entro i quali la storia di un organismo o di una civiltà appare come un interludio unico e irripetibile.
L’attenzione per l’ambiente maturata negli ultimi decenni ha prodotto cultura, innovazione e riflessioni caratterizzate da una grande apertura mentale. Alla base dell’insegnamento ecologico stanno il senso del limite (nessun albero raggiungerà mai il cielo) esplicito nei principi della termodinamica ma implicitamente sconfessato dai fautori della crescita; la necessità del divenire individuale e collettivo (se un organismo resta identico nel tempo è più probabilmente morto anziché in equilibrio) e l’accoglienza della diversità intesa come ricchezza e opportunità per esplorare gli infiniti mondi possibili.
Se si estende l’etimo di ecologia – da oikos, “casa” in greco antico – fino all’arabo iksir – “estratto, essenza”, riferito al genere umano – emerge la nostra stretta dipendenza dall’ambiente e si rendono evidenti le ingiustizie verso i più deboli, privi di spazi per sopravvivere, ridotti a profughi da guerre che sono causa ed effetto della predazione delle risorse.
L’inquinamento, oltre l’aria, l’acqua e il suolo contamina anche l’ambito morale e istituzionale. Fra i potenti, ad ammettere per tempo le cause antropiche del cambiamento climatico sono stati solo i nuclearisti, giusto per proporre l’energia atomica come alternativa ecologica delle fonti fossili. Ecologia quindi, per una riscoperta di valori che il processo di globalizzazione ha posto in sospensione ponendo vincoli economici e giuridici – con il paradosso delle merci libere di spostarsi più di uomini, donne e bambini – ma anche culturali alla capacità di immaginare la produzione dei beni in rapporto con cittadinanza e territorio.
Tra gli effetti collaterali di tanta mistificazione vi sono i contenuti incompleti, approssimati e propagandistici di progetti assurdi (Tav, Expo, Mose), prodromo di gestioni del territorio irrealizzabili ma capaci di alimentare una corruzione che non è eccezione ma struttura portante del sistema consumistico. Ecologia, infine, come sinonimo anche di una democrazia da ricostruire con una visione della società simile a quella del mondo naturale, in cui tutte le parti assumono un ruolo e un significato non necessariamente solo utilitaristico. (Gli asini)