Elezioni legislative in Senegal: una corsa contro il tempo per il 2024

Uno sguardo sulle elezioni senegalesi, che aprono uno scenario complesso determinato dalla crisi economica, dalla fine della fiducia nel presidente Macky Sall che pure era stato visto, al momento della sua elezione, come una figura capace di gestire una svolta dopo i lunghi anni del governo Wade. La compagine di governo, travolta da corruzione e scandali e, a detta di molti, dall’ingerenza crescente della moglie di Sall , esce fortemente indebolita. Lo scenario attuale descrive un paese pronto ad affidarsi a Ousmane Sonko che pure è sopravvissuto ad un intricato scandalo a sfondo sessuale, ma che comunque parla ai giovani del paese schierandosi contro i valori occidentali (e contro gli omosessuali) e a favore di quelli dell’Islam. Notizie di questi giorni parlano di molti episodi di carcere arbitrario per i membri dell’opposizione e di violenze per i membri più radicali dell’opposizione
Il contesto delle elezioni
Il mese di luglio 2022 è stato caratterizzato da elezioni molto attese in Senegal, precedute da periodi di alta tensione, segnati da violenze e morte.
Come per ogni elezione (presidenziale o legislativa), il Presidente al potere ha cercato di eliminare i suoi oppositori con vari mezzi: carcere ingiustificato, annullamento delle liste elettorali dell’opposizione, esilio per gli avversari politici, ecc. Se il Senegal è sempre stato considerato uno dei pochi paesi stabili e sicuri della regione, negli ultimi anni la violenza e il clima di paura sono state una caratteristica ricorrente delle varie campagne elettorali.
Il Senegal è una repubblica democratica semipresidenziale. Il Presidente della Repubblica è eletto attraverso suffragio universale per un mandato di cinque anni (questo dal 2016) rinnovabile una sola volta ed esso nomina il Presidente del Consiglio, il cui ruolo è fondamentale visto che è lui a proporre i ministri che vengono poi nominati formalmente dal Presidente della Repubblica.
Il Senegal è un paese Indipendente dal 4 aprile 1960, anno in cui viene istituita l’Assemblea nazionale i cui deputati sono eletti per un mandato di cinque anni a suffragio universale. L’Assemblea nazionale è ad oggi l’unica camera del parlamento in Senegal.
Nonostante i numerosi tentativi di estromettere i suoi oppositori, per la prima volta nella storia del paese il partito al governo sembra essere a corto di energia e perdere la sua influenza. La speranza di cambiamento riposta dalla popolazione nei confronti dell’attuale Presidente MackySall è sbiadita a causa della crisi legata alla pandemia, che ha fatto ulteriormente aumentare il costo della vita e oltre a far registrare un significativo aumento del prezzo dell’acqua. La mancanza di lavoro soprattutto per i giovani cresce esponenzialmente assieme alle conseguenze disastrose di una urbanizzazione eccessiva e segnata dall’abusivismo della capitale, alla violenza e alla repressione del governo durante le manifestazioni e ai tanti scandali politici.
I risultati elettorali mettono il Paese in una situazione particolare, mai affrontata prima: nessuna coalizione ha ottenuto la maggioranza assoluta. Infatti, su un totale di 165 seggi, la coalizione di governo di Macky Sall Benno BokkYakaar (Uniti nella speranza) ha perso la maggioranza, cosa che le aveva precedentemente permesso, tra l’altro, di modificare la costituzione. In questa consultazione si è passati dai 125 seggi del 2017 a 82 uno in meno epr raggiungere la maggioranza assoluta . L’alleanza tra le due principali coalizioni di opposizione – Yewwi Askan Wi (Liberare il popolo) rappresentata da uno dei leader dei giovani del Paese, Ousmane Sonko nuovo astro nascente della politica senegalese, presentatosi assieme all’ex sindaco di Dakar Khalifa Sall e quello attualmente in carica, Barthelemy Diaz ( su cui pendeva da 10 anni una pesante condanna per percosse che determinarono la morte di un militante rivale) e Wallu Senegal (Salvare il Senegal) guidata dall’ex Presidente della Repubblica, Abdoulaye Wade (96 anni!) ha ottenuto un ottimo risultato, arrivando ad ottenere 80 seggi ( di cui 56 per la lista di Sonko)
L’incerto scenario del 2024
Sebbene l’attuale contesto – caratterizzato da una crescita dell’opposizione durante le elezioni comunali e legislative di quest’anno – non sia favorevole al presidente Macky Sall, l’orizzonte del 2024 rimane ancora incerto. L’opposizione e l’opinione pubblica temono che Macky Sall voglia candidarsi ancora alla presidenza, anche se la Costituzione consente solo due mandati consecutivi. Dopo queste elezioni per lui sarà molto difficile intervenire in questo senso sulla legge elettorale.
Eletto per un primo mandato di sette anni nel 2012, Macky Sall ha modificato nel 2016 la costituzione per ridurre il mandato a soli cinque anni, rinnovabile una sola volta. Questa iniziativa era in realtà un progetto del suo predecessore Abdoulaye Wade, applicata, a seguito di un referendum, al mandato in corso.
Rieletto per un secondo mandato di cinque anni nel 2019, Macky Sall potrebbe ora provare a sostenere che il cambiamento costituzionale del 2016 rappresentava una nuovo termine per lui cosa che gli permetterebbe di ricominciare il ciclo e di ripresentarsi così per un secondo mandato di cinque anni. Questo è ciò che temono molti esperti, gli esponenti dell’opposizione ma anche molti cittadini.
Questo timore è giustificato anche dal ripristino della figura del Primo Ministro il 17 settembre 2022. Nel maggio 2019 il Presidente aveva abolito questo incarico tra lo sgomento dei membri della sua coalizione e dell’opposizione. Una decisione antidemocratica che lasciavo così pieni poteri al Capo dello Stato e mettendo in discussione la concezione di Stato nel paese. A distanza di dieci mesi e con l’avvicinarsi del 2024 questa funzione è stata finalmente ripristinata.
Resta da capire se questo cambiamento è un restyling della propria immagine operato da Macky Sall per prepararsi ad una nuova campagna presidenziale o è invece il segno che il Presidente non si candiderà più.