Dal Marocco. Siamo fuorilegge nel nostro paese

(disegno di Armin Greder tratto da Noi e loro, Else edizioni 2019)
Riprendiamo da “Le Monde” del 24 settembre scorso il manifesto scritto dalla scrittrice Leila Slimani e dalla regista Sonia Terrab per chiedere che il loro paese il Marocco cambi decisamente la sua legislazione in materia di sessualità. Il manifesto è stato sottoscritto, a quella data, da 470 intellettuali e cittadini, in maggioranza donne.
Noi, cittadine e cittadini marocchini, dichiariamo di essere dei fuorilegge. Noi violiamo delle leggi ingiuste e obsolete che non hanno più ragione di esistere. Abbiamo avuto relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. Abbiamo abortito o siamo stati complici di aborti. Abbiamo imparato a fingere e ad adattarci. Ma ancora per quanto?
Ogni giorno, ogni ora, in segreto, di nascosto, ci sono donne come noi, uomini come te, conservatori o progressisti, personalità pubbliche o anonimi, di tutti gli ambienti e di tutte le regioni, che osano reagire responsabilmente, che godono ed esistono di per sé, che spezzano catene e irridono leggi perché amano.
Ogni giorno io mi rendo colpevole di amare e di essere amata. Ogni volta che una donna viene arrestata io mi sento e sono complice. Mi dico: potrei essere io, ma poi taccio e vado per la mia strada e faccio il possibile per dimenticare… Ma non riesco più a farlo, ho esaurito la mia capacità di sopportazione. Perché il mio corpo appartiene a me, non appartiene né a mio padre né a mio marito né al mio ambiente né agli occhi degli uomini della strada, e ancor meno appartiene allo Stato.
Oggi non voglio più vergognarmi. Io che amo, abortisco, che ho rapporti sessuali senza essere sposata. Io che mi nascondo. Io che rischio il disonore, l’infamia, la prigione. Questa cultura della menzogna e dell’ipocrisia sociale genera la violenza, l’arbitrio, l’intolleranza. Queste leggi liberticide e inapplicabili sono diventate strumenti della vendetta politica o privata. Sono una spada di Damocle che ci minaccia e ci ricorda che la nostra vita non ci appartiene. Come accettare tutto questo? E perché accettarlo? Ancora e ancora?…
Nel 2018, in Marocco 14.503 persone sono state inquisite o incarcerate in base all’articolo 490 del codice penale, che punisce le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. 3.048 persone sono state incarcerate perché colpevoli di adulterio. Ogni giorno nel nostro paese vengono praticati dai 600 agli 800 aborti clandestini. Tutte queste persone devono finire in galera? E perché devono finire in galera i loro “complici” (medici, membri di associazioni)?
Noi crediamo che la società marocchina sia matura per il cambiamento e perché vi siano infine riconosciuti il rispetto della vita privata e il diritto di disporre del proprio corpo. La nostra società e il nostro paese lo meritano. Ci appelliamo ai governanti, a chi ha il potere di decidere, ai nostri legislatori affinché diano prova di coraggio e facciano questo passo avanti aprendo un dibattito a livello nazionale sulle libertà individuali. Non si tratta di un lusso, non si tratta di una concessione, si tratta di una necessità.
Come favorire lo sviluppo della gioventù, come permettere il giusto coinvolgimento delle donne nella società, come impegnare davvero il nostro paese sulla linea del progresso, dello sviluppo umano, se le nostre libertà individuali non vengono rispettate, se la nostra dignità viene calpestata, se ci troviamo tutte e tutti fuori dalla legge? Tutte e tutti fuorilegge, fino a quando la legge non cambierà.