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Aslı Erdoğan su Osman Kavala

dalla serie Espedienti per un brano jazz di Maurizio Lacavalla
2 Maggio 2022
Aslı Erdoğan

Lo scorso 25 aprile Osman Kavala è stato condannato all’ergastolo da un tribunale di Istanbul. Kavala è un imprenditore e attivista turco che dagli anni Ottanta ha animato l’ambiente culturale del suo paese, partecipando al dibattito su questioni di genere, ecologia e cooperazione tra i popoli. Nel 2002 è tra i fondatori del Diyarbakir Arts Center, che promuove il dialogo tra le arti nella città a maggioranza curda.

Kavala era in carcere dal novembre 2017, nonostante due assoluzioni – subito revocate – e l’appoggio della comunità internazionale; l’accusa era di aver preso parte alle proteste di Gezi Park nel 2013 e di aver cospirato alla caduta del governo nel 2016.

Insieme a lui sono stati giudicati colpevoli Mücella Yapici, Can Atalay, Çiğdem Mater, Tayfun Kahraman, Hakan Altinay, Yigit Ekmeçi e Mine Özerdem e condannati a una reclusione di diciotto anni per aver sostenuto Osman Kavala nelle sue attività.

La nostra redazione si unisce a tutte quelle voci nel mondo che protestano contro questa sentenza e richiedono l’assoluzione di tutte le persone condannate.

Qui di seguito le parole della scrittrice Aslı Erdoğan, incarcerata nel 2016 e ora esule in Europa, che come altri e altre attiviste ha subito duramente gli effetti di questa brutale repressione politica.

In molti usano le parole “libertà”, “uguaglianza” e “democrazia”; ma ben pochi sono disposti a sacrificare il proprio tempo, l’energia e gli averi per questi ideali. Osman Kavala è uno di questi pochi. Ha dedicato la sua intera vita alla libertà, all’uguaglianza e alla democrazia. È amico vero dei curdi e degli armeni, degli emarginati e degli oppressi, delle arti e degli artisti, della cultura, della terra e degli alberi… È stato e sempre resterà amico vero della verità.

Gli unici che andrebbero giudicati in tribunale per i fatti di Gezi, sono i poliziotti la cui violenza ha ucciso dei civili, tra cui un giovane di quattordici anni, e ferito un migliaio di persone. E ovviamente coloro, chiunque essi siano, che hanno dato l’ordine di agire con tale violenza.

(Pubblicato su penclub.fr, il 26 aprile 2022)


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